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*I primi 80 anni del nuovo S. Lorenzo

Nel 2007 ricorrono gli 80 anni dal rientro a S. Lorenzo dei legittimi ufficiatori, scacciati dal loro convento e dalla loro chiesa, per la violenza della barbarie francese prima, e dal dominio austriaco poi.

Il ritorno dei Francescani Conventuali fu voluto e favorito dalle autorità civiche vicentine (delibera del 13 Luglio 1926 con trattative “sempre cordiali” – come si legge nel primo libro di inventario), proprietarie del Tempio e del Convento, passati dal demanio austriaco a quello civico di Vicenza (dopo l’asta del 16 Luglio 1835).

La cordialità nei molti rapporti tra i Frati di S. Lorenzo e le autorità civiche, come con la popolazione, si è sempre mantenuta, qualunque giunta fosse scelta dalla popolazione, o, in tempi passati, dal potere centrale. Del resto, essendo chiesa e convento proprietà del comune, erano naturali le felici relazioni con l’amministrazione cittadina. Nell’archivio del convento si trova un frequente carteggio con e dell’amministrazione comunale. Frequentazione molto curata fin dall’inizio dagli stessi responsabili della cosa pubblica anche alle cerimonie in chiesa, ai conviti francescani nel convento e alle nostre manifestazioni.

Non posso dimenticare tutti i cordiali rapporti da me intrecciati con gli assessori e con i sindaci, che io ho incontrato personalmente nei miei oltre quarant’anni di permanenza a Vicenza. Sindaci: prof. Dal Sasso, Giorgio Sala, Giovanni Chiesa, Achille Variati, Antonio Corazzin, Marino Quaresimin, Enrico Hüllweck.

Con il rientro dei Frati, fu tolto lo stemma vescovile dal portale del Tempio, che, fino al loro ritorno, era ufficiato – a periodi alterni, necessitati dalle condizioni precarie dell’edificio chiesa, e dai conseguenti restauri - da un sacerdote secolare, anche sostenuto dalla confraternita dei “Rossi”.

Per una rassegna degli ultimi 80 anni recenti, sarebbe opportuno compulsare tutti i documenti conservati nell’archivio del Convento di S. Lorenzo e della Provincia Religiosa dei Francescani Conventuali di Padova, e in quello dell’Amministrazione Comunale di Vicenza. Ne uscirebbe una copiosa documentazione archivistica. Spero che tale materiale storico e artistico del Tempio e del Convento, faccia parte di un Corpus, degno di S. Lorenzo, e da me a lungo caldeggiato.
Fortunatamente un primo ampio contributo è stato offerto dal Dr. Luca Trevisan, con il suo prezioso studio, fino a oggi ancora inedito (e fino a quando?) sulla storia e sull’arte del Tempio di S. Lorenzo.

Per la presente scorsa su questi 80 anni di S. Lorenzo, come canovaccio della mia conversazione, io mi servo principalmente dei Verbali dei Capitoli Conventuali (VC), talvolta stringati talvolta ampi, conservati nell’archivio del convento; dei non sempre completi libri delle cronache conventuali (CC: le cronache narravano, i capitoli conventuali decidevano) e talvolta delle cronache inserite nel Bollettino Provinciale (BP). I Verbali Capitolari sono espressione delle decisioni della comunità in ordine alla vita del convento e della chiesa. Formano un quasi familiare, e talvolta curioso, spaccato della semplice vita dei frati, qui a Vicenza. Non mi servo, se non occasionalmente, di altri seppure interessanti documenti, pur copiosi e quasi curiosi (come il libro degli inventari, da anni trascurato, nel quale si recensivano tutti gli oggetti, dal numero dei cucchiai, ai quadri di autore), perché completi nell’archivio restano solamente i due registi: quello di tutte le messe celebrate e quello appunto dei VC. Molte altre notizie, che con il tempo ripresenteremo, si hanno attraverso altri documenti, sempre presenti nello stesso archivio. Così si avranno maggiori dettagli sulla presenza di quadri d’autore nella nostra chiesa (quasi succursale del museo), di lavori, di vita dei frati, ecc.

I registri dei VC sono cinque. Il primo raccoglie i verbali dal giorno 11 Novembre 1927 al 31 Dicembre 1948. Il secondo dal 25 Gennaio 1949 al 21 Gennaio 1970. Il terzo dal Febbraio 1970 al 17 Giugno 1990. Il quarto dal 16 Giugno 1990 al 14 Maggio 2003. Il quinto dal 16 Giugno 2003 ai giorni nostri.

Gli argomenti trattati nei verbali sono numerosi. Forse in altra occasione si potrebbe compiere la lunga lista: configurazione del numero dei frati dentro la buriana di cambiamenti operati dalle autorità religiose in questi 80 anni; la disciplina della vita interna conventuale; i rapporti con il clero diocesano; le molte associazioni che hanno avuto ospitalità o contatto con il convento; i lavori eterni compiuti nella chiesa e nel convento; ecc. Non ultimo il rapporto con i portinai del convento, che nei VC hanno coperto un lasso di tempo dagli inizi del convento fino all’anno 1979.

Dai documenti scelgo, per sommi capi, tre filoni: edilizia, cenni di attività religiosa e cenni di attività culturale, per far emergere il lento fiorire della chiesa e del convento, attraverso quelle attività, e per nutrire la memoria storica dei frati e degli amici, a iniziare dalla povera e difficile situazione, di convento e di chiesa, quando i frati rientrarono, fino a quel “bel S. Lorenzo” di oggi.

Per non ripeterne i nomi, espongo qui la lista dei Guardiani, succeduti in questi ottant’anni, di modo che gli avvenimenti ricordati possano essere facilmente inquadrati dentro il periodo guardi anale del singolo nome. I Guardiani sono:
1)- P. Giorgio Spangaro (1927-1933). 2)- P. Benedetto Peroni (1933-1939)
3)- P. Celestino Biasi, 1939 -1943. 4)- P. Vigilio Fedrizzi (1943  - 1946)
5)- P. Modesto Strappazzon (1946-1949). 6)- P. Benedetto Peroni (1949 -1958). 
7)- P. Casimiro Gastaldi (1958 - 1964). 8)- P. Massimiliano Chilin (1964  - 1966)
9)- P. Luciano Segafreddo (1966- 1970). 10)- P. Pancrazio Martin (1970 -1976).
11)- P. Gabriele Panteghini (1976-1979). 12)- P. Alfonso Guzzinati (1979 -1982)
13)- P. Cristoforo Pasqual (1982 – 1988). 14)- P. Maurizio Stedile (1988 – 2001)
15)- P. Edoardo Brentari (2001 – 2005). 16)- P. Guido Bisognin (2005 -….).

Mi pare opportuno ricordare questi 80 anni adoperando il metodo degli annali.

Mi sembra di individuare tre periodi nella presenza dei frati a Vicenza: il periodo pioneristico, quello della stabilizzazione, e quello ciclico. Ossia: primo: il lento e faticoso crescere iniziale; secondo: lo stabilirsi della progressione raggiunta; terzo: il ritornare su alcune posizioni secondo i ritmi genetici e dinamici del distruggere per ricostruire: sistole e diastole, oppure, secondo il libro del Qoelet, tempo di costruire e tempo di distruggere soprattutto in proporzione di quanto diminuisce lo slancio iniziale. Quest’ultima tappa in genere è debitrice a intelligenze di non larga capacità prudenziale e di scarsità di memoria storica, che spinge gli sprovveduti a cambiare le cose anziché aumentarle, senza prima riflettere sul perché i predecessori le avevano realizzate. I saggi sono disponibili a migliorare, i meno saggi a cambiare immediatamente. Certo può accadere che si dimentichi  quel “Non sono venuto per distruggere, ma per completare”, pronunciato da un Maestro non trascurabile.

Il primo VC è datato 11 Novembre 1927, ossia 14 giorni dopo il rientro dei frati. È sottoscritto – secondo le prescrizioni delle allora Costituzioni dell’Ordine – dai 4 religiosi: P. Giorgio Spangaro, Guardiano e Rettore della Chiesa; P. Tommaso Buongiovanni, Esattore; P. Luigi Mazzalovo, Depositario; P. Gabriele Fiscon, Spenditore. Mancano le firme dei due fratelli non sacerdoti, pur essendo presenti all’apertura della chiesa e del convento, perché i fratelli non sacerdoti non “avevano voce in capitolo”.

La prima pagina, stilata con grafia diligente e linda dal P. Luigi Mazzalovo, segretario, vale la pena riprodurla completamente.

In Nome di  Dio, Così sia.
11 Novembre 1927
Dopo circa 130 anni, cioè dal 4 Aprile 1798, dacché i Religiosi Francescani Minori Conventuali furono forzati ad abbandonare questo loro magnifico tempio dedicato a S. Lorenzo Martire, e questo insigne loro Convento, avendo Iddio, qui exaltat humiles, non solo disposto che la Fausta ricorrenza del settimo centenario della Morte del Serafico P. N. S. Francesco d’Assisi fosse in tutto il mondo celebrata con feste veramente grandiose, onde ne esultarono tutti gli innumerevoli suoi Figli, appartenenti alle diverse Francescane Famiglie; ma che noi Minori Conventuali, che abbiamo l’invidiabile sorte e di possedere i primi Santuari della Serafica Religione, e di custodire le Sacre Spoglie del Serafico Padre, fossimo dalla Divina Bontà, contraddistinti con favori inestimabili, quali la restituzione dell’insigne e grandioso monumento – Il Sacro Convento di Assisi – ed inoltre fossimo riammessi ad Ufficiare questo nostro Tempio meraviglioso, sublime ricordo del genio e della pietà dei Padri nostri di S. Memoria: con viva riconoscente gratitudine verso l’immensa bontà di  Dio e del Serafico P. N. S. Francesco, oggi 11 Novembre 1927, giorno di Venerdì alle 16½ questa piccola Comunità Religiosa, convocata dal M. R. P. Guardiano, premesse le preghiere di Regola, ha tenuto il primo Capitolo Conventuale, per la elezione degli Ufficiali, come comandano le nostre S. Costituzioni. Questa Religiosa Famiglia, al presente, e composta di N°. 6 Religiosi, cioè: M. R. P. Giorgio Spangaro - Guardiano e Rettore della Chiesa. P. Tommaso Buongiovanni, Esattore. P. Luigi Mazzalovo, Depositario. P. Gabriele Fiscon, Spenditore. E dei fratelli Laici: Fr. Luigi Scattolon, Sagrestano e Fr. Francesco Nalotto, cuoco.
Firmato Fr. L. Mazzalovo segretario.

Come si vede, dopo la gioia del rientro nella vetusta sede, la prima preoccupazione riguarda l’organizzazione dell’economia del Convento (esattore, depositario, spenditore), per essere ligi alla povertà. In conseguenza, quasi tutti i capitoli conventuali, che incontreremo, tratteranno dell’economia del convento, poiché l’economia doveva e deve esser guidata non da una sola persona (superiore o economo), secondo un regime autoritario favorito dalle infiltrazioni di mentalità parrocchiale nei conventi, ma da tutta la comunità, caratteristica questa da sempre attuata nell’Ordine dei Francescani Conventuali. Tale procedura garantisce sia la collaudata e plurisecolare tradizione della partecipazione dei frati alla “cosa pubblica” del convento, sia il mantenimento della povertà nella comunità. Purtroppo non poche volte il superiore o l’economo hanno svicolato dall’osservanza di questa procedura.

Da una nota ai margini di una cronaca del convento sappiamo che il 18 Giugno 1928 la salma di Giacomo Zanella fu trasferita dal cimitero comunale al Tempio di S. Lorenzo, che fu scelto da allora fino al presente , quale “Tempio della memoria civica”, secondo l’accordo dei frati con le autorità civiche e statali.

Tra l’anno di ritorno dei frati e il 1933 troviamo scarse notizie nei documenti in nostro possesso: il convento inizia le cronache nell’agosto del ’33. Cronisti sono i Padri Guardiani (prima P. Benedetto Peroni e poi P. Celestino Biasi), che annotavano con testarda puntualità anche piccoli episodi, perché la vita conventuale era vissuta intensamente: dalle cronache si desume tutto il fervore dei frati, che, pur essendo in pochi, tenevano alta la vitalità della chiesa e del convento.

Non è inutile ricordare che la stessa Provincia religiosa emanò i suoi bollettini ufficiali a cominciare dal 1931, riportando in essi anche uno striminzito riassunto del 1930. Comunque proprio dal BP sappiamo che – cito testualmente - “Vennero ultimati i lavori di restauro e il corridoio che conduce al nuovo refettorio preparato con molto gusto, sistemati i dormitori che accoglieranno gli aspiranti laici e ripristinato l’uso del chiostro. Sono in vista altri lavori: la pavimentazione della Chiesa e il nuovo organo”.

1932
L’anno della celebrazione del centenario dalla morte di S. Antonio da Padova. Si festeggia anche a Vicenza, dipendente dalla basilica del Santo di Padova, addirittura con la banda del Patronato.
 
1933
23 Gennaio: il VC decide la costruzione del nuovo organo. Preferito il progetto Mascioni su quello Tamburrini. La descrizione della collocazione dei corpi sonori (una parte sopra la sacrestia, con conseguente intervento sulla muratura; e una parte dietro l’altare maggiore), le tastiere (3 con 29 registri reali). Stima del costo: 100.000 lire (di cui 20.000 già in cassa, e 45.000 promessi da una pia persona; la speranza poi di completare le spesa è affidata alla Provvidenza e a persone generose). – Si parla nuovamente della copertura marmorea del pavimento del Tempio (per coprire i rilevanti costi si decide di chiedere un aiuto alla popolazione, con una serie di piccole iniziative: 31 Marzo)
3 Luglio: il solito solerte P. Giorgio Spangaro, guardiano, chiede alla comunità di tener presente che mancano 20.000 lire per completare tutte le opere in corso, (cioè organo, coro, opere murarie, ostensorio) e che il denaro sarà facilmente trovato! Beata la sua fiducia!

31 Agosto: il nuovo guardiano, P. Benedetto Lamberto Peroni, reduce dalla basilica del Santo di Padova, dove aveva organizzato le manifestazioni per la celebrazione del centenario antoniano, dopo aver ammirato l’opera svolta al tempo di P. Spangaro, prospetta subito un cumulo di nuove iniziative. Vale la pena di ricordarle:
a)- acquisto degli stalli dal Convento di S. Lucia, per collocarli nella sala del capitolo, previo rivestimento di eraclit dei muri umidi.
b)- rinnovamento dei due water del convento.
c)- pulitura e stuccatura della sacrestia e disostruzione del lavabo della sacrestia; doppia finestra nel nord della sacrestia, per mitigare il freddo invernale.
d)- costruzione di un locale per le confessioni e di un gabinetto, attigui a nord della sacrestia, e la costruzione di una fontanella nel cortiletto adiacente per curare i fiori della chiesa.
e)- altri stalli presi da S. Lucia per sistemarli nella cappella della Madonna.
f)- nel presbiterio e nel coro completamento della sistemazione degli stalli.
g)- nella cappella del Santissimo (ora cappella S. Francesco) rivestimento in legno delle pareti.
h)- pulitura, restauro e tinteggiatura dell’altare di S. Luigi con la riposizione nelle rispettive nicchie delle statue della Madonna e di S. Giuseppe (lavori affidati alla ditta locale Peruffo).
i)- illuminazione della chiesa, fino allora scarsamente illuminata da alcune lampadine laterali. Nel presbiterio: lampadine riflettori. Nella navata: lampadine a faro pendenti dall’alto.
l)- altare del cosiddetto S. Liberato (Poiana): essendo altare ufficiato dal TOF, si pongono a fianco dell’altare le statue di S. Francesco (presentemente nella cappella di S. Francesco) e di S. Elisabetta (presentemente esiliata nel cortile ad ovest del convento). Sculture del Guelfi (secondo l’esplicito dettato del VC, nel quale si indica anche di ornare il chiostro con i relativi modelli in gesso), marmo di Carrara.
m)- sacrestia e sala del capitolo: altri 5 cassettoni per riporre gli apparati. Disporre con gusto d’arte i quadri e i crocefissi, fornendoli anche di nuove cornici, o restaurando quelle vecchie.

28 Novembre: Un tema che ricorre nei VC, sia per quanto riguarda la chiesa che per ciò che concerne il convento, è la ricerca per combattere il freddo e l’umidità. Il Prof. Gino Barioli, che fu anche direttore del museo vicentino, osservava che all’inizio delle loro costruzioni i frati avevano già provveduto a superare questa emergenza, perché essi non avevano “la vocazione ai reumatismi”. Credo che i mali derivassero dall’innalzamento delle sedi stradali, mentre la chiesa e il convento rimanevano all’altitudine iniziale.
Per mitigare il freddo della chiesa si decide di stendere dei tavolati sotto i primi banchi della navata centrale (falegname Giuseppe Lorenzon).

Per mitigare il freddo del convento l’impianto di riscaldamento a termosifoni. 28 radiatori, che fornissero 12 o 15 gradi nel convento, quando l’esterno raggiungeva i -5 gradi. Così si risparmiava sulla spesa per le legna che alimentavano le stufe. Progetto Fiaccadori, realizzato in una decina di giorni).

Si restaurarono in pietra le arcate del presbiterio e della cappelle laterali, che precedentemente erano state riparate alla buona con cemento. (Ditta Peruffo).

Note dolenti doppiamente: per coprire i debiti lasciati dal precedente superiore il capitolo approva due prestiti: Anoardi e Dalle Ave. La nota più triste si avrà da Anoardi, assunto anche come portinaio, che metterà il convento nei pasticci, anche per le sue richieste non solo degli interessi, correttamente concordati.

NB: come si può costatare, siamo ancora nella fase pionieristica, che continua l’opera di sistemazione e di trasformazione del Tempio e del Convento.

La cronaca registra che oltre il concerto d’organo ora si può godere anche un concerto di campane, iniziato con nuove fusioni di campane già nel 1930. Nel Dicembre si edifica il Presepio nella cappella della Madonna: diventerà una tradizione della chiesa di S. Lorenzo, imitata poi da molti.

1934
Fu consegnato il magnifico ostensorio, opera del Cav. Antonio Gentilin di Treviso. La stampa ne parlò molto (Avvenire d’Italia, Gazzettino, Vita del Popolo, ecc.). L’ostensorio rammemora S. Antonio sul noce, che sostiene la raggiera.

La frequenza in chiesa dei devoti è molto aumentata. S. Lorenzo così già da allora si presenta come centro di spiritualità francescana.

Per favorire i rapporti con le persone, il P. Guardiano inventa, per il 2 Febbraio, la consegna di un cero benedetto alle autorità e alle persone più vicine ai Frati: si inizia in tal modo una tradizione che durerà in seguito e ora defunta. Non tutti i Guardiani si chiamano P. Peroni. Lo stesso Prefetto ringrazia e offre un contributo per la pavimentazione della chiesa.

Si iniziano le pratiche nella settimana santa. Le confessioni si prolungano fino alle ore 22.

6 Giugno: Prima organizzazione per la festa di S. Antonio di Padova. La cronaca nota che le Messe in chiesa, a iniziare dalle ore 4.30 fino alle ore 12, si susseguirono ogni mezz’ora. (Uso questo che si ripeterà anche in altre occasioni, come la festa di S. Lorenzo). In quell’occasione si tenne una conferenza nel chiostro, con un uditorio di 500 persone.
In Luglio comincia la tradizione della gita annuale della Schola Cantorum, che si era costituita fin dai primi anni (interessante sarebbe una cronistoria di tutti i cori nati e morti nella chiesa di S. Lorenzo).

24 Settembre: La biblioteca fu trasferita nel locale già adibito a  dormitorio dei fratelli laici. Dal VC si rileva quindi: che presso il convento dimorava un gruppo di probandi laici, trasferiti poi altrove; che la biblioteca era situata in un locale distaccato e ristretto (il quale serviva anche da portineria e da laboratorio per gli apparati della chiesa); che i libri situati ora nel locale, che si apre nel corridoio del convento potevano facilmente essere consultati dai frati, desiderosi di cultura e di aggiornamento, tanto che in un registro era regolamentato il loro accesso alla biblioteca; che la biblioteca stava aumentando, così che poco tempo dopo si provvide a costruire anche gli scaffali in legno, scaffali che tuttora rimangono intatti in uno dei tre locali (locale A) adibiti presentemente a biblioteca, cresciuta e in via di riordino elettronico. L’azione culturale dei frati, sebbene modestamente, comincia a manifestarsi.

Inoltre nel BP è notato con soddisfazione, che a Vicenza, nel 1934, il TOF era seguito da ben 250 consorelle e da 50 confratelli. La storia del TOF è diligentemente annotata nei registri dello stesso Terzo Ordine, presenti nei convento.

1935
Per reperire alcuni fondi per la pavimentazione della chiesa, si tengono anche piccole rappresentazioni nel “salone adiacente alla chiesa”, ossia nella sala del capitolo: si tratta delle cosiddette “accademie”, che si ripetono ogni anno nella sala del capitolo, fino a che non si trasferiranno nella sala del PAZ (ora Aula Francescana) quando sarà aperta. Una delle artiste per queste rappresentazioni era una sorella del P. Peroni.

Aprile: Pasqua per studenti, domestiche e per la settimana della giovane: esito soddisfacente (4.000 comunioni).
Il rifacimento del pavimento fu deciso in Luglio e si stipulò un contratto, trascritto fedelmente nel VC, tra l’Industria Marmi Vicentini, la fabbriceria e il Convento di S. Lorenzo (20 Luglio 1935, XIII E.F.). Nel contratto si indicano anche alcuni accorgimenti contro l’umidità.

Nella festa di S. Antonio (13.06) si attua la prima commovente processione per le vie della città. Con il tempo popolazione e istituti parteciperanno alla processione, che alcuni ricordano con nostalgia ancor oggi.

Nei VC seguenti si trovano elencati molti lavori di ornato del convento e della chiesa: tendine per la sacrestia, genuflessori, pedane per altari, nuovi banchi, ferro ricurvo per la vera del pozzo in chiostro, intonaco del camerino per le confessioni degli uomini e dei sordi (vedi la lettera d- del capitolo 31.08.33), grondaia per il tetto della chiesa, libretto di preghiere particolari per il tempio.

Di particolare rilievo è la decisione di rinnovare il pavimento della Sala del Capitolo e la stuccatura e levigatura dei pavimenti del presbiterio e della cappelle laterali (realizzazione entro il1936).

È di particolare costatazione, che in tutti questi anni, i padri oltre a dedicarsi alla cura della chiesa, uscivano spesso a predicare nelle parrocchie. Predicatore ricercato era soprattutto il P. Peroni. Inoltre troviamo nelle cronache notizie di frequenti gite e pellegrinaggi.

Nota interessante: il 18 Dicembre nella chiesa di S. Lorenzo, tempio civico, furono offerti gli anelli presso l’altare dei caduti e della Pietà (Poiana), in ricordo dei caduti.

1936
L’altare dei caduti è abbellito da alcuni segni che lo contraddistinguono, qualche segno ora è scomparso: lampada, bombarde, lapide, ecc. Presso lo stesso altare si compiono molte cerimonie, che erano richieste dalle autorità, come la “Giornata della Fede”, la messa per i morti di Adua, per i caduti in A.O., per la presa di Addis Abeba, funerali di Italo Balbo, ecc.

29 Gennaio: giornata memorabile: finalmente è completato il pavimento in marmo della chiesa, con tre mesi di ritardo sul previsto.

30 Marzo: Dal VC decisione non facile: la riapertura della porta laterale della chiesa, rimovendo l’altare di S. Luigi, per favorire il deflusso dei fedeli (che quindi dovevano essere molto numerosi) dopo le messe. La destituzione dell’altare di S. Luigi fu a lungo criticata dal Principe Gonzaga, frequentatore del Tempio. Quella persona che alcuni ancora ricordano e che si distingueva per la perseveranza nell’indossare i calzoni alla knickerbocker, e anche da articoli di giornali (stesore: Flaminio Anti). Per compensare  in qualche modo la scomparsa dell’altare fu dipinto un quadro di S. Luigi. I lavori inizieranno il 9 Maggio.

In Maggio si inizia a parlare del retro abside. Argomento che durerà a lungo nei desideri sempre frustrati dei religiosi fino a molti anni dopo la guerra. Intanto i frati si accollano la spesa per un cancello di ferro che separi la zona dei frati da quella del Signor E. Tosato (più tardi onorevole), il quale per cedere il piccolo terreno dietro l’abside avrebbe chiesto somme spropositate.

Si inizia il rifacimento del pavimento della sala capitolare, sia isolandolo dall’umidità, sia stendendovi uno strato di marmo alla palladiana.

Seguono altri piccoli lavori in chiesa (campanelli per la chiamata nei confessionali, la pulitura della ruggine delle inferriate delle finestre dell’abside) e nel convento (tra le altre cose, le zanzariere!).

Dal BP: la festa di S. Lorenzo assurge ormai ad avvenimento religioso di prim’ordine.

11 Dicembre: Viene decretata le costruzione dei due altari all’inizio della chiesa, altari che non saranno mai realizzati.

La biblioteca è fornita già di 2.000 volumi. L’attività in chiesa è molto viva. Da notare soprattutto le confessioni nei giorni precedenti le festività (la vigilia di Natale, per es., 10 confessori rimasero a disposizione per gli uomini fino a sera tarda).

1937
27 Gennaio: Primo riordino dell’archivio del convento. L’archivio è collocato nello stesso locale della biblioteca (l’opera meritoria è del Sig. Mastellotto).

La festa di S. Antonio fu organizzata in modo eccellente sia in chiesa che per le vie. Appaiono anche i paggetti con il loro stendardo. (A memoria di uno di loro – l’avv. V. Marzot – anche Goffredo Parise fu nel numero).

3 Novembre: si decide di murare nel chiostro una lapide per ricordare tutti i benefattori del Tempio e del Convento.

1938
7 Gennaio: il podestà di Vicenza, Giovanni Cella, si offre di concorrere all’acquisto dell’orto e delle casette attigue all’abside della chiesa. I frati dovranno concorrere alle spese. Viene interessata anche la Religiosa Provincia di Padova. Come il solito, non se ne fece nulla.

13 Giugno ancora un’imponente festa di S. Antonio. Il quell’occasione si inaugura la statuina di S. Antonio, che sarà sempre portata in processione dai bambini nel giorno della festa del Santo durante la processione del pomeriggio. Altra processione solenne fu quella della sera.

18 Settembre: si inaugura l’attuale altare maggiore, offerto dalla Sovraintendenza alle Belle Arti di Venezia, trasferendolo dalla chiesa di S. Giovanni in Bragora (marmista Cavallini di Pove). La vecchia medievale mensa dell’altare viene conservata, inserendola nel nuovo altare. Nel giornale locale si scrive: ai buoni Padre di S. Lorenzo il tributo più sincero e fervido del plauso riconoscente dei vicentini per il loro ammirabile zelo. Non è dello stesso parere il P. Antonio Sartori, che critica, nel volumino su S. Lorenzo, la erezione dell’altare, imposta dalle Belle Arti.

12 Novembre: il primo nuovo confessionale (falegname Lorenzon).
 
1939
il 28 Febbraio segna in tutta la Provincia del Santo e, per conseguenza, nel convento di S. Lorenzo uno sconvolgimento, che comporta, tra l’altro il cambio dei superiori. Il P. Lamberto Benedetto Peroni, deve lasciare il posto al P. Celestino Biasi. Con la partenza del P. Peroni, ci si avvia al compimento della fase pionieristica, per entrare lentamente nel periodo di assestamento e della continuazione dell’assiduo lavoro fino allora svolto, con buona volontà e con energie talvolta spremute all’estremo. Da ora in poi sarà opportuno registrare principalmente alcuni episodi più visibili alla gente.

Nella VC viene notato: “Qui P. Peroni lasciò un ricordo incancellabile, nel clero e nei cittadini di ogni classe. Si affezionò Vicenza, per la sua predicazione – per la sua carità e per i suoi modi sempre gentili. Lasciò ricordi imperituri: il nuovo pavimento della chiesa e l’altare maggiore. – In convento: termosifoni e tutto il resto che si trova già registrato in questo registro”.

14 Aprile. Nel VC si tratta del rifacimento del tetto della chiesa, e della necessità di nuovi scaffali per la biblioteca in crescita.

17 Maggio. É approvato il progetto per le pile dell’acquasanta a forma di conchiglia  presso l’entrata della chiesa. Nello stesso VC è notata la decisione di adibire un locale per il ritrovo familiare dei frati, dividendolo, grazie a un piccolo corridoio, dalla caldaia per il riscaldamento del convento, corridoio che permettesse di accedere alla cucina.

4 Dicembre. Si approva l’ingrandimento dell’altare del Santissimo (oggi cappella di S. Francesco) e la rispettiva lampada in ferro battuto.

1941
6 Marzo. La guerra entra in convento, anzi in chiesa: il Prefetto indica ed erige il campanile della chiesa come rifugio antiaereo.

2 Aprile: il Prefetto ingiunge alla chiesa la consegna allo Stato delle campane. Quindi dal suono della preghiera al tuono della morte. I religiosi si oppongono, perché le campane, tranne la più piccola ricevuta in affitto dal comune, non sono proprietà del comune, ma furono fuse con il denaro dei benefattori ancora fin dal 1930. I frati dicono che quando il bronzo sarà requisito anche ai privati, allora il convento obbedirà.

7 Settembre. Il soffitto della sacrestia non era in stile con la chiesa. Perciò si decide di abbattere il soffitto esistente, per riportarlo, con serio gusto, allo stile originale. Alcuni artigiani sono chiamati per svolgere l’opera. In quell’occasione, oltre al soffitto si decide anche di completare l’opera artistica con nuovi armadi in noce (falegname Lorenzon), con murature (doppie) e pavimento nuovi e con portalampade in ferro battuto, ponendo l’impianto sotto traccia. Assieme alla sacrestia si sistema anche la saletta parlatorio, accanto alla sala del capitolo. Anche le camere dei religiosi sono alquanto migliorate. I giornali lodano ancora una volta i nuovi lavori.

10 Dicembre. Si decide di costruire un  pulpito di legno per le prediche, che sarà realizzato nel 1942 e posto presso un pilastro della chiesa. Inoltre poco dopo si decide di dipingere, su indicazione di un predicatore del mese di Maggio, una grande rappresentazione della Madonna, da esporre sopra l’altare Maggiore, durante il Mese di Maggio. All’immagine della Madonna saranno poi aggiunti altri grandi dipinti di S. Francesco, di S. Antonio e dell’Immacolata (ora distrutti, quando si allestì la terza sala della biblioteca).

1942
4 Luglio. È soppressa la fabbriceria di S. Lorenzo per regio decreto, quella fabbriceria che aveva permesso la realizzazione di molti lavori. È d’obbligo fornire i religiosi di maschera antigas, secondo gli ordini del Prefetto, e ci si prepara a consegnare alcune campane alle autorità. I frati cercano un sotterfugio per scambiare le proprie campane con quelle del convento di Camposampiero. Notiamo che gli ultimi verbali sono datati oltre che con la data cristiana, anche con l’anno dell’era fascista: non si sa mai!...In Novembre due campane sarebbero dovute esser sacrificate per l’onore della patria.

1943
4 Marzo: gli oggetti di valore della chiesa si decide di inviarli nei nostri conventi fuori città (Camposampiero e S. Pietro di Barbozza) per sottrarli a eventuali disastri.

16 Dicembre: nel VC si accenna ai bombardamenti: “grande panico in tutti”. Inoltre ai padri si raccomanda la prudenza nelle prediche, perché un padre aveva detto qualche cosa che ai fascisti non era piaciuta e fu allontanato in fretta alla chetichella dal convento.

Il 25, giorno di Natale, il bombardamento sorprende la gente in chiesa.

1944
Alla fine di una cronaca di Vicenza nel BP, si legge una nota: “Nessuna novità, eccetto gli allarmi e gli spari della contraerea, che ci fanno ricordare le sofferenze dei nostri confratelli già provati, al cui dolore uniamo il nostro e l’offriamo al Signore, affinché liberi il mondo dal flagello della guerra”. La guerra  non è lontana dall’oasi di pace che è un convento.

NB.: L’anno ’45 non trova nessuna notizia nel VC, pur essendo l’anno di grandi cambiamenti nazionali.

1946
9 Aprile. Un benefattore offre il denaro per fornire di impianto di amplificazione sonora la chiesa, impianto completato in Agosto (ditta Geloso). Si forniscono di reti le finestre della chiesa per difenderle.

16 Novembre: apertura ufficiale, nella sala del capitolo, del benemerito Piccolo Ateneo Zanelliano, iniziato, soprattutto per l’azione dei Padri Sossella e Crivellari, che continuerà per molti anni la sua fervidissima opera culturale (sarebbe molto illuminante poter riandare ai numerosi documenti del PAZ, conservati nell’archivio del convento: ne uscirebbe una bellissima tesi di laurea in lettere illustrando la storia del PAZ, che, per un periodo, ha segnato la cultura vicentina).
Nelle CC si trovano molti riferimenti all’attività del PAZ, tanto che basterebbero le notizie raccolte in zeppe pagine della CC per ricostruirne la storia iniziale. I giornali, specialmente l’ “Avvenire d’Italia”, riportarono spesso le attività del PAZ.
Dalle cronache del convento si rileva la grande partecipazione di tutti i frati alle manifestazioni del PAZ. L’attività del PAZ e delle seguenti associazioni culturali svolte a S. Lorenzo meriterebbero una trattazione a parte. Ogni anno, fino a qualche decina di anni fa, il Consiglio di Presidenze del PAZ si univa ai religiosi del convento, nel giorno di S. Francesco, per una cena in comune.

1948
4 Gennaio: inaugurazione della nuova sede del PAZ: il nuovo ambiente fu curato, anche finanziariamente, dal Consiglio di Presidenza (in particolare dal Presidente). Il VC ignora l’avvenimento e la CC ne fa un breve cenno. Perciò il PAZ dalla sala del capitolo, si traslocò negli ambienti di fronte alla portineria.

Nella cronaca conventuale finalmente si riporta un articolo di giornale, nel quale si sollecita il ritorno in S. Lorenzo delle opere pittoriche, trasferite durante la guerra a Venezia per sottrarle ai bombardamenti.

1949
24 Novembre: È ritornato il P. Benedetto Peroni, il vulcano per le iniziative a favore dell’abbellimento della chiesa, del chiostro e del convento. Di fronte alle novità, egli, all’opposto di come si usa in certi ambienti, prima considerava le opportunità positive prospettate dalle nuove proposte e poi le eventuali difficoltà: perciò con lui si camminava davvero.
Anche lui si inserisce nella nuova fase di assestamento e si procede per rendere magnifica la chiesa. Dopo di lui troveremo ancora fasi costruttive e, purtroppo, anche azioni distruttive di ciò che prima, con sforzo e con passione, si era compiuto. Perciò è giusto che nella memoria di questi 80 anni, sia notata la sua opera di “zelus domus tuae”.
Aumentano le sedie in chiesa ed è acquistato un nuovo pianoforte per il locale adibito alle manifestazioni del “Piccolo Ateneo Zanelliano”. La sede del PAZ sarà allargata una prima volta nel prossimo anno.

1950
Il comune rinnova il tetto deteriorato della chiesa, dopo richieste del P. Guardiano e di molti esperti d’arte.
Si scava e si rafforza una trincea, per liberare la parete nord della sala del capitolo dalla terra che continuava a far trasudare umidità.

27 Febbraio: nuovo tentativo fallito per l’acquisto del terreno dietro l’abside. Inoltre decisione di stuccare il pavimento della chiesa.

27 Giugno: si ingrandisce la sala del PAZ, con l’abbattimento di alcune pareti per formare dai molti locali un’unica sala.
È decisa l’apertura del finestrone sopra l’altare Poiana; contemporaneamente sono trasferiti  il trittico, e i busti, che sovrastavano e circondavano questo altare, sistemando il trittico all’interno della parete di entrata nella chiesa e i busti nel chiostro.

Con la chiesa dei Servi si scambia la nostra pala raffigurante S. Luigi, la quale sostituiva l’altare demolito, con il quadro di S. Giuseppe da Copertino, frate conventuale, quadro trasportato in quella chiesa, quando i frati furono scacciati da S. Lorenzo e si rifugiarono nella chiesa dei Servi (lo scambio si realizzerà nel ’51).

Dicembre: ancora la proposta delle doppie finestre per il presbiterio, per riparare la chiesa dai rigori dell’inverno.

1951
Dalle note della CC, ricaviamo che ci fu l’acquisto di tappeti per la chiesa, dell’Enciclopedia Treccani per i frati del convento, di un nuovo impianto di illuminazione della chiesa, del progetto del Cristo morto (terracotta ora sotto l’affresco antico), di risistemazione della portineria, dei dorsali in legno per ricoprire una parte della parete est della chiesa (cioè dall’angolo del transetto fino alla porticina laterale, copertura consigliata da intenditori d’arte), della predella di marmo presso l’altare di S. Antonio.

4 Gennaio: degno di nota è il tentativo del Vescovo di sopprimere la messa festiva più frequentata in S. Lorenzo, quella delle 11.30, per convogliare i fedeli verso il Duomo cittadino. Il P. Peroni, davanti al “pericolo”, mobilita tutte le persone influenti della città, per impedire l’azione del Vescovo. L’assemblea dei parroci sta con S. Lorenzo. Il Vescovo soprassiede.

1952
Nel 1952 non si trova nessun VC. In compenso ben tredici pagine delle CC, giornali, pubblicazioni (vedi libriccino di P. Antonio Sartori, edito l’anno dopo, pubblicazione commemorativa e guida della chiesa), celebrazioni varie sottolineano il venticinquesimo anno dal ritorno dei frati nel Convento e nella Chiesa di S. Lorenzo in Vicenza.

1953
25 Giugno. Sostituzione dei candelieri di legno, con candelieri di bronzo, a iniziare dall’altare di S. Antonio. Per il convento: il VC nota la decisione di sostituire il vecchio impianto di luce (ditta Moretti), e reintonacare le pareti fatiscenti e antigieniche delle celle: ciò che verrà realizzato l’anno successivo.

1954
7 Luglio. Si nota la necessità di revisionare l’organo (dopo 20 anni dalla costruzione), ma si soprassiede per mancanza di denaro.

Agosto: Una prima elettrificazione del concerto di campane (ditta Brogli di Milano).

Apertura del rosone al di sopra dell’altare Poiana, già decisa nel ’50. Si dovette praticare una speciale protezione dell’altare, il cui affresco corse pericolo. La stampa si interessò a lungo dell’avvenimento.

1956
30 Ottobre: ritorna il discorso sulla necessità dei doppi finestroni del presbiterio, della quale poi i frati trattano anche in Novembre. La necessità del riscaldamento è urgente.

Un’ennesima delibera dell’amministrazione comunale si interessa per demolire le casupole dietro l’abside.

In Novembre l’UCI mostra il desiderio di trasformare il chiostro di S. Lorenzo in chiostro per la memoria di tutti i caduti in guerra, in particolare dei caduti in Russia, i cadaveri dei quali a poco a poco ritornano tra di noi. Difatti S. Lorenzo accoglierà, in diverse celebrazioni, le salme dei caduti che ritornano in patria.

13 Dicembre: finalmente si pensa a un nuovo sistema di riscaldamento a raggi infrarossi, con i quali si possa riscaldare almeno una sezione della chiesa, quella davanti all’altare del Santissimo (oggi S. Francesco), dove si celebrano tutte le frequentate messe feriali.

Dal ‘56 si introduce anche in S. Lorenzo la Messa di mezzanotte a Natale. Fino al presente, nonostante un periodo di soppressione, resta una delle cerimonie, che non hanno perduto né interesse né smalto.
 
1957
Per riscaldare la chiesa, almeno davanti all’altare del Santissimo,  si prospetta  un nuovo sistema di riscaldamento a raggi infrarossi. Prima si decide per le stufette nei confessionali (25 Ottobre); poi si pensa all’acquisto e all’uso dei “Radiantgas” (che saranno attivati solamente per una stagione e poi saranno alienati).

È anche l’anno che più frequenti si susseguono i concerti nel Tempio. Sempre con temi a carattere sacro, messe, salmi, ecc.

1958
10 Ottobre. Il nuovo Guardiano presenta due urgenze: sistemazione del locali del convento e riscaldamento della chiesa. Il capitolo preferisce il riscaldamento della chiesa e dà incarico all’economo di interessarsi presso la ditta Bini di Rovereto per il riscaldamento ad aria calda con il sistema invertito. Il riscaldamento di Bini viene approvato il 14 Ottobre e sarebbe dovuto esser in efficienza entro il 25 Novembre. Il riscaldamento della chiesa, iniziato invece il 6 Gennaio ’59, garantiva il mantenimento della temperatura a 18 gradi nel vano della chiesa per tutti i giorni dell’inverno, feste e feriali. I due nuovi impianti di riscaldamento successivi diedero sempre un rendimento inferiore, fino al  non brillante, quasi avaro, riscaldamento del presente.

1959
10 Agosto. Con l’aiuto dell’amministrazione comunale e l’offerta di privati, si trasformerà il chiostro da orto di guerra, in chiostro conventuale, ripianando le aiole e ricoprendo i camminamenti con porfido, dal colore più consono alle tinte mattone che attorniano il chiostro (realizzazione nel 1960).

Altra novità importante e luminosa: il Rag. Luigi Tamai, direttore dell’Ilesa,  e che faceva parte di un gruppo di Rinascita, che aveva per assistente un padre di S. Lorenzo, promette una superba illuminazione dell’esterno della chiesa e del campanile. Lo stesso Sig. Tamai fornirà di luci e di nuovo impianto di amplificazione a linee di suono (Magneti Marelli) il chiostro e l’ambiente chiesa, che smetterà l’ormai sorpassato impianto Geloso, realizzato nel ’46, il quale usava piccole casse di altoparlanti appiccicate ai pilastri.

1960
24 Febbraio. Le celle del convento ebbero finalmente un rinnovato impianto di luci, acqua corrente, un nuovo pavimento, ricavato dall’utilizzo delle coperture in legno del pavimento della chiesa, ormai inutili, grazie al nuovo riscaldamento. Le stesse coperture ora vengono sistemate anche nella sacrestia, dove si decide di aprire una porticina, che dal confessionale per i sordi conduca direttamente nel cortile accanto alla cucina.

1962
15 Marzo. Inaugurazione del nuovo impianto di amplificazione sonora. Il centralino è posto in sacrestia ed è dotato di altoparlante spia, di entrata fono, di radio sintonizzatore e di entrata e uscita per audio registratore.

9 Aprile. Acquisto di un nuovo pianoforte per la sala del Piccolo Ateneo Zanelliano, che serve per le prove del coro polifonico femminile. Un padre deve reperire i fondi e il pianoforte sostituisce il vecchio verticoda, proprietà del PAZ e alienato dal segretario del PAZ (16 Maggio), per non lasciarlo adoperare dal coro.

30 Novembre. Piccola pars destruens. Francesco Bacone indicava la pars destruens prima della pars construens. Invece il capitolo percorre una via diversa. Infatti decide di non esporre più le già costruite grandi immagini dei santi al di sopra dell’altare maggiore, perché ciò è richiesto dalla nuova sensibilità liturgica.

NB: Nel BP in questa parte degli anni ’60 leggiamo un ritornello: “nulla speciale da segnalare”. Il che forse non è del tutto esatto, perché il lavoro dei frati e l’affetto della gente è sempre una parte speciale, seppure quotidiana, da segnalare.

1963
11 Novembre 1963. Decisione di allargare il pianoterra del convento e di sitemare i locali cucina, refettorio (doppie finestre in douglas, rifacimento dell’impianto elettrico, aumento dei radiatori per il riscaldamento, tinteggiatura, ecc.), sistemazione del corridoio davanti al refettorio (soffitto più basso, pavimento a marmettoni) e agli adiacenti locali. I lavori si eseguiranno l’anno successivo. Per tutti questi lavori si chiederà un aiuto finanziario dal Ministro Provinciale, con un mutuo.

1964
Si rinnova il pavimento della sacrestia alla veneziana (ditta Soave).

Si inizia il clima della riforma liturgica, indicata dal Concilio e accolta con diverso sentimento. In questo periodo troviamo il trasporto del SS. Sacramento dalla cosiddetta Cappella del Santissimo all’altare maggiore. Sopra il ciborio dell’altare maggiore si innalza un grande Crocifisso in legno, opera proveniente da scuola, togliendo dal culmine del ciborio la statuina raffigurante la fede. La cappella del Santissimo la si restituisce alla funzione iniziale, cioè di cappella dedicata a S. Francesco. Sopra il tabernacolo si colloca la statua marmorea del Santo, già ai lati dell’altare Poiana e si rimuove la statua lignea del Sacro Cuore di Gesù, ridipinta di bianco per farla apparire di pietra, e la si colloca in altra sede: in seguito sarà ripulita.

1966
Finalmente si riesce, con l’interessamento dell’amministrazione comunale e il benestare del preside, a fare un passaggio interno tra il corridoio del convento e la sala del PAZ, sfondando una parete delle scuole adiacenti e aprendo una porta.

Nelle CC si leggono raramente annotazioni di prediche, che i religiosi si recavano a pronunciare nelle parrocchie e conferenze che tenevano presso diverse associazioni. La comunità sembra non curare molto questa forma di apostolato, nella quale crede poco, pur essendo una comunità che si dice dipendere da S. Francesco. Dopo il 70 avremo una precipitazione verticale di questa attività. In chiesa si nota ancora una discreta partecipazione dei fedeli.

In una contrattazione con il Vescovo, viene concesso il permesso di celebrare la messa vespertina delle ore 18.30.

Nel 66 Finalmente si decide di dare una sistemazione definitiva alla sala del Capitolo, facendone risaltare la nobiltà, con i muri rivestiti di spatolato veneto, una bella luce centrale circolare in ferro battuto, le sottolineature delle bifore. La sala si armonizza con tutta la costruzione antica della chiesa e del convento (Architetto Eugenio Motterle).

Sorge la necessità di aprire alcuni locali, tra di essi la biblioteca, per raduni di gruppi. Il convento cerca un accordo con il PAZ, per coordinare la molte attività che si svolgono a S. Lorenzo. Nello stesso periodo si richiede all’Amministrazione comunale di ritornare, dopo secoli, in alcuni locali del primo piano occupati dalle scuole.

Nell’Ottobre del 66, durante la festa di S. Francesco, si inaugura la oggi tradizionale offerta dell’olio per alimentare la lampada accesa tutto l’anno nella cappella di S. Francesco in armonia con una delle funzioni fondamentali del Tempio di S. Lorenzo, Tempio civico. Ogni anno un comune della provincia di Vicenza è invitato a offrire l’olio a nome di tutti i comuni della Provincia, per implorare la protezione del Santo e sui comuni e sulle molte associazioni (commercianti, Azione Cattolica, TOF) che vantano Francesco d’Assisi come loro protettore. Il primo comune che offre è Vicenza (sindaco Giorgio Sala, mio compartecipe nell’ideare questa cerimonia). Presenti tutte le autorità civili e militari in chiesa e a cena, dove si intrecciano positive concordanze.

1967
Inizio di altre sistoli: riduzione di molte opere iniziate presso la gente per accorparle e poi fonderle. In compenso si nota una crescente attenzione del superiore a favorire altri gruppi di giovani, anche con la preghiera mattinale. Tra le attività che dopo non molto tempo si scioglieranno, si annovera anche il coro polifonico, operante già dal 1956 e molto seguito in città. La fase destruens, la sistole ciclica biologicamente prende consistenza, compensata in parte da alcune opere riuscite.
 
1968
Durante questo fatidico anno della “rivolta culturale”, in S. Lorenzo si decidono due importanti cambiamenti.

Il primo riguarda la chiesa e si tratta dell’acquisto di 40 nuovi banchi da aggiungere agli antichi che erano in dotazione fin dai primi tempi.

Il secondo riguarda la sala del Terz’Ordine e del PAZ. Pareti abbattute per aumentare la capienza, il pavimento di marmo è abbassato (diventerà anche non barriera architettonica), finestre nuove, lampadari in ferro battuto (al centro un cerchio e alle pareti affiches), pareti  rivestite di spatolato; viene chiusa la vecchia porta di entrata e valorizzata la porta che  si apre nel chiostro (architetto: Eugenio Motterle). Anche nei locali della portineria si attuano alcuni cambiamenti.

1969
Altra pesante pars destruens: l’abolizione della gloriosa, tradizionale e partecipata processione durante la festa di S. Antonio. La comunità preferisce armonizzarsi in un calmo ritmo conventuale. Sistole anche della partecipazione dei fedeli in chiesa.

Già nel 69 il presbiterio era fornito di un altare mobile in legno.

1970
Continua la grave sistole delle attività conventuali. Ne vengono interessate tre attività: il coro scompare; la Gioventù francescana, è costretta a diminuire la frequenza in convento; si propone l’estinzione del PAZ (VC 10 Dicembre 1970).

Invece continua l’interessamento per la riparazione del tetto e delle grondaie della chiesa, e del tetto del chiostro.

1971
In un VC si respinge fortunatamente la proposta del superiore di smantellare la biblioteca, trasportando i volumi a Padova, dove non sarebbero stati usati, perché doppioni della biblioteca del Collegio Teologico.

I VC del ’71 sono tutti rivolti alle questioni interne dei frati.

1972
La sistole riguarda anche il riscaldamento della chiesa, a causa del cambio del bruciatore, imposto per legge, per passare all’alimentazione a gasolio: risultati inferiori al primo impianto. L’unica cronaca del convento pubblicata dal BP in questi anni (1972) riferisce esclusivamente dei lavori compiuti in chiesa e nel convento.

1973
Nel VC si dichiara la prima volta ufficialmente che la chiesa di S. Lorenzo deve diventare un centro di spiritualità, purtroppo solo per le devozioni, per le confessioni e per la direzione spirituale. E la cultura? E le predicazioni? E i gruppi cui portare assistenza?

1974
Nuova elettrificazione della campane.

1975
In questi anni 70 il BP ha riportato pochissime notizie riguardanti S. Lorenzo, spesso accontentandosi di un “nulla di speciale da segnalare”, come nei bollettini di guerra, quando le truppe si ritiravano. In realtà, pur essendo il convento ripiegato su intenzioni rituali e sacramentarie, molte piccole attività erano seguite: confessioni in istituti di suore e nel carcere, nella casa di cura Eretenia, insegnamento nelle scuole, assistenza ai cursillos. La frequenza alla chiesa sta progressivamente diminuendo.

1976
Verso la fine dell’anno, cambiato il superiore, il BP finalmente pubblica una relazione ampia. La comunità era aumentata a 10 religiosi, uno dei quali precedentemente non era potuto entrare nella comunità di Vicenza. Forse non è poco indicativo ricordare che nel 1500, quando fu costruito il secondo chiostro del convento, i religiosi firmatari del convento erano 15. Dalla riapertura del convento fino ai nostri giorni questo 10 è stato il numero più elevato di religiosi, dimoranti nel convento.

Per rinnovare le attività culturali, si riavvicinano alcuni membri del passato Piccolo Ateneo Zanelliano. Non si risuscita l’Ateneo. In compenso il Prof Giuseppe Mori propone che nell’aula si tengano tutte le manifestazioni culturali della Dante Alighieri. Altre associazioni in seguito saranno ospiti nella stessa sala (ANEB, Alliance Française, Poeti vicentini, ecc.).

L’aumento dei religiosi comportò la nuova fase di entusiasta diastole, secondo l’intenzione del P. Provinciale, con un aumento e una nuova specificazione delle attività della comunità.

Nel primo Capitolo Conventuale del nuovo corso (8 Ottobre 1976: il capitolo del rilancio), tra gli uffici interni e gli incarichi ( TOF) si nota finalmente un incaricato per la cultura e l’Ateneo. Si scopre allora che i frati erano già dedicati alla cura spirituale della Casa di Cura Eretenia, della Dame inglesi, della Suore Canossiane, della Suore di S. Rocco, della Casa di Riposo di Dueville. I Cursillos, i gruppi di Preghiera di P. Pio, la Legio Mariae, il gruppo S. Vincenzo, le missioni e altro sono affidate alla cura dei frati. Inoltre si riconoscono impegni personali che i frati svolgono: due insegnati all’Istituto Teologico di Padova, un frequentatore delle scuole di Pastorale, di liturgia e di psicologia, uno impegnato nelle consulenza psicologiche e pedagogiche (attività che tutt’ora continua), uno catechista nella scuole superiori.
Inoltre si rileva la necessità di risanare molti ambienti del convento, ed è incaricato un religioso, perché faccia un resoconto della situazione degli ambienti, per poi riferire in capitolo. Quest’anno entra per la prima volta l’automobile del convento.
 
1977
Si nota un robusto rinascere delle attività, in particolare di quelle che furono in gran parte assopite, le attività culturali.
Anche il BP registra cronache più vivaci e ampie. Già  nel Gennaio troviamo la sala delle conferenze che si rianima e si infittiscono le manifestazioni. Però l’esplosione di manifestazioni scoppia nei mesi di Settembre, Ottobre, Novembre, in occasione del 750° anniversario dalla morte di S. Francesco d’Assisi. In accordo con i Francescani di S. Lucia, sono organizzate conferenze (3 in Settembre, 2 in Ottobre, 2 in Novembre qui a S. Lorenzo). In Novembre si tenne una tavola rotonda sul tema: “Hanno ancora un significato i Francescani a S. Lorenzo?” (con la partecipazione di Neri Pozza, Giorgio Sala, Franco Barbieri). Radio e giornali ne parlarono ampiamente.

Ricorrendo il 50° del ritorno dei frati a S. Lorenzo si incarica un religioso a organizzare le festività per la ricorrenza. Viene rieditata la guida della Chiesa di S. Lorenzo, la cui prima edizione, curata da un religioso di cui fu nascosta la paternità, era uscita 10 anni addietro. Si riallacciano le relazioni con le categorie imprenditoriali, particolarmente con i Commercianti, il cui Patrono è S. Francesco (messa il 2 Ottobre: da ricordare che i commercianti, prima di costruire la loro sala conferenze, si servivano talora della sala del PAZ).

La festa di S. Francesco rivede un concordarsi con i Frati di S. Lucia, la presenza di un coro giovanile e del Vescovo Diocesano, che si ferma a cena, rinnovando una consuetudine mai del tutto caduta.

1978
Ennesima ed ultima difficoltà con i portinai (che sarà risolta nel ’79). Chiusura della portineria, la quale sarà sostituita da un citofono. Il VC nota che si comincia a riordinare e a catalogare la biblioteca e l’archivio. La sistemazione dei locali a piano terra del convento e le doppie finestre nella sacrestia, sono le novità.

I frati allargano la loro attività sociale presso il Provveditorato agli Studi (tossicodipendenza) e a favore degli emarginati.
Fa capolino già l’interesse per l’attività radiofonica (Radio Omega) e per le lezioni di psicopedagogia presso gli  istituti.

Alla chiesa si fornisce un nuovo impianto di amplificazione sonora. E si nota il desiderio (quante volte frustrato!) di ampliare il convento occupando alcuni locali, che dovrebbero essere ceduti dalla scuola adiacente.

Si rinnovano con frequenza i concerti (per es. l’orchestra di Weimar) e conferenze (per es. quelle di psicologia religiosa).
Ritorna, rinata finalmente, a Natale la Messa di mezzanotte.

Della nuova vitalità del convento di S. Lorenzo, si trova un’estesa relazione anche nel BP.

1979
Dopo tutto ciò che si è ridestato nell’ultimo tempo, in una visita il P. Generale dell’Ordine, lamenta che la comunità gode di un isolamento. Alcuni padri gli fanno osservare che le sue informazioni riguardavano il passato.

Si avvicinano alcuni assessori comunali, per chiedere se il convento possa allargarsi un po’, occupando un’ aula scolastica, adiacente al primo piano del convento stesso. Ciò verrà concesso, soprattutto per l’interessamento dell’assessore avv. Lorenzo Pellizzari.

Una nota particolare di carattere sociale credo sia quella che proprio nel giorno della festa di S. Francesco dalla nostra chiesa parte benedetta la prima pietra del Villaggio SOS, presente in chiesa e a cena anche il Dr. Gmeiner.
Inizia la collaborazione di un nostro religioso con il Messaggero di S. Antonio.
 
1980
Maggio: il Vescovo raduna il P. Guardiano per trattare l’argomento “Emarginazione e vita religiosa”. Il P. Guardiano porta le nostre esperienze compiute con il GISEV, creato in antecedenza da un nostro religioso, sulle trasmissioni radio con l’argomento emarginazione curate da un nostro religioso a Radio OMEGA, sul laboratorio vestiti usati dispensati ai poveri dalle consorelle del TOF.

Dei 4 religiosi che svilupparono un’intensa attività fin dal 1976, tre sono partiti per altri incarichi della Provincia religiosa.
Il convento non vorrebbe ridurre le attività, e propone al Ministro Provinciale di mandare a Vicenza qualcuno di età e di forze che svolgesse un’azione, la quale potesse essere di interesse anche per la comunità provinciale. Il restringimento del numero dei frati è tale che lo stesso P. Guardiano deve assumersi il compito di economo. Si inizia a interessarci per una attività radiofonica, che potesse essere gestita dai nostri religiosi, pur con il supporto di altre persone. Un padre ne assumerebbe la direzione responsabile.

Nel Novembre si inizia a celebrare le messe feriali nella sala del Capitolo, allestita a cappella. La chiesa era riscaldata soltanto nelle giornate festive. Infatti erano aumentati i costi per il riscaldamento e diminuita le frequenza di fedeli nella chiesa.

Oltre l’attività nella sala del PAZ, continua anche l’accoglienza dei concerti in chiesa.
 
1981
Grande soddisfazione si nota nei frati la nuova (terza) elettrificazione delle campane, per la quale il superiore e un gruppo di campanari si sono prestati sia per raccogliere i fondi necessari  (ditta Fagan). Il numero delle campane salirà fino a nove. S. Lorenzo ospiterà anche concerti di campane.

Il convento entra direttamente a far parte del consiglio di amministrazione di Radio N.O.I., tramite un suo religioso. Il P. Provinciale non solo appoggia l’iniziativa, ma stimola alcuni religiosi della provincia a interessarsi direttamente del servizio radiofonico in generale, per venire incontro alle esigenze del Concilio. Quando l’attività di Radio N.O.I. sarà avviata, lo stesso Messaggero di S. Antonio cercherà di unire in sinergia la propria struttura con questa radio (1983). Purtroppo dopo non molto tempo, per divergenza di impostazione ideale e non solo, il religioso e la comunità provinciale si ritireranno dall’impresa (1983), nonostante il premio attribuito dall’AIART di Venezia alla stessa emittente.

Quest’anno il Vescovo impone una riduzione del numero di messe nella nostra chiesa.

Continuano conferenze e altre manifestazioni proprie della chiesa, compresa la tradizionale offerta dell’olio nel giorno di S. Francesco, tradizione mai interrotta, eccetto nell’anno in cui la Regione Veneto doveva offrire l’olio al Santuario di Assisi.

1982
Tanto per cambiare i giornali continuano a pubblicare articoli in favore dell’abbattimento delle casupole dietro l’abside.

1983
Anno kolbiano. Anche lo scultore Quagliato è invitato a fondere la statua di P. Kolbe, realizzata nel ’84, offerta dal Sig. Garbossa in onore del figlio Massimiliano, statua che ora vediamo esposta nella nostra chiesa: la più bella esistente in tutto l’ordine francescano, commenta il cronista. Nel BP è riportata una interessante intervista allo scultore Quagliato. I campanari titolano a P. Kolbe una delle tre nuove campane.

I nuovi confessionali, che ancora oggi rimangono, ormai sono una realtà che si svilupperà rapidamente (1984).

Nuove richieste per utilizzare la sede dell’ormai scomparso Piccolo Ateneo nell’accogliere parecchi gruppi culturali, i quali si affiancano alle consuete e numerose manifestazioni delle nostre attività, una delle quali è la lectio divina, che si protrarrà settimanalmente fino al presente.

Una delle attività spirituali, la cappellania della casa di cura Eretenia dovrà essere smessa, per la malattia e la morte del P. Ernesto (18.10.85).

In convento è rinnovata la cucina: ambiente e mobilia. In chiostro è ormai maturo il tempo per la nuova pavimentazione, che sarà attuata per intervento dell’Amministrazione comunale.

Un’accelerazione alla risistemazione della biblioteca è data da un padre, appassionato bibliofilo. Essa sarà fornita soprattutto di letteratura francescana, che la caratterizza. La biblioteca dovrà essere accessibile al pubblico. Il convento si impegna a stanziare annualmente due milioni di lire. Lo sviluppo della biblioteca, fino a occupare un secondo locale da quest’anno in poi, tranne un breve sfortunato periodo durante il quale spariranno anche dei libri, godrà di una continuità encomiabile.

Primo grande presepio allestito nel chiostro.

Il BP definisce il 1983 come “stagione culturale e musicale laurenziana”.

1984
18 Luglio: il P. Guardano, nel VC, fa un riassunto di tutte le opere realizzate negli ultimi anni. Noi le abbiamo ricordate già. Manca una relazione sulle attività spirituali e culturali.

Nasce la cooperativa “Iniziative”, sollecitata da un nostro religioso, per la diffusione della cultura spirituale tramite radiotrasmissioni. Lo stesso convento accetta di farsi socio effettivo di detta cooperativa. La radio, grazie all’opera di volontari e di un dipendente, trasmetterà un nutrito e vivace programma giornaliero per parecchi anni, fino al suo oscuramento, decretato dal Ministero, che in antecedenza aveva approvato l’erezione della stessa radio, frequentata spesso anche da esponenti politici e amministrativi. Direttore responsabile  un religioso del convento.

La biblioteca allargandosi occupa il locale, fino allora adibito a deposito di arredi per la chiesa, il quale dovrebbe diventare sala di consultazione oltre che deposito di libri. A queste opere la religiosa provincia si dichiara disposta a intervenire finanziariamente.

In chiesa si accolgono concerti, nella sala ex Piccolo Ateneo, si tengono conferenze, diversi corsi (vedi corso di tedesco e lezioni per i fioristi) e proiezioni; nel chiostro mostre d’arte (si rammemora il Gruppo Palladio).

Nel rinnovare il pavimento del chiostro, si scopre la soglia della porta, che anticamente immetteva dal chiostro alla chiesa. Essa era stata aperta dove ora si trova l’altare di S. Antonio.

NB.: Dal 1985 fino a oggi, eccetto un breve periodo tra il ’97 e il ’98, non si trovano più notizie scritte in un registro conventuale di CC. Le uniche notizie del convento sono pubblicate soltanto nel BP, dal quale qui si desume.

Una notizia, oltre le molte che continuano a circolare nel convento e nella chiesa ancora fortunatamente abbastanza frequentata, è la partecipazione dei nostri religiosi  in molte maniere (predicazione, radio, conferenze, quali “Le cinque Piaghe della chiesa vicentina”) alla missione cittadina e al sinodo, voluti dal Vescovo.

Si iniziano i restauri in chiesa a cominciare dall’altare Poiana, il gioiello nella nostra chiesa.
 
1986
Si ritorna alla necessità di revisionare l’organo. Purtroppo, venendo incontro alle indicazioni di un organista imberbe, il superiore permette la sostituzione di un registro nel corpo collocato dietro l’altare maggiore, offendendo così l’impianto generale dell’organo, costruito per eseguire musiche romantiche e non barocche. La comunità intera invece approva lo spostamento del la consolle dal retro altare per addossarla a un  pilastro della chiesa: così l’organista potrà seguire meglio la liturgia.

Per interessamento di un padre della comunità, che se ne assume la paternità, sorge in Vicenza l’associazione, opera sociale, ADDIMA, per i diritti e i doveri dei malati. Attraverso quest’opera i religiosi si rendono più presenti nel contesto sociale della città.

Le pareti di alcuni ambienti pianoterra del convento furono rivestite di materiale plastico, per non assistere sempre alla loro brutta sfarinatura, a causa dell’umidità, che molte malte idrofughe, come anche i bambini sanno, non riescono a dominare, ma solo a far salire.

Viene presso il convento un confratello, che attirerà molte persone attorno a sé per il suo zelante e vivace operare, e si porrà in relazione con le presunte visioni di Schio. Dopo breve soggiorno tra di noi, egli sarà trasferito ad altra sede.

1987
Un frate giovane farà risorgere la  Gifra, la devozione mariana e, soprattutto, i concerti e la musica liturgica nella chiesa.

Agli interessi sociali della comunità su aggiunge la partecipazione di un nostro religioso all’associazione di volontari AVILL in aiuto ai leucemici; egli assume anche la direzione responsabile del bollettino.

1988
Una novità nel tempio: la lucidatura a piombo del pavimento, che acquista in lucentezza e nitore. Nuovi confessionali e sedie in plastica, per sostituire le vecchie sedie impagliate non molto igieniche, danno un diverso aspetto alla chiesa.

In un VC troviamo che i religiosi descrivono, su invito del Guardiano, le loro molte attività svolte tra i giovani, nelle categorie disagiate della società, nel campo artistico e culturale, nella radiofonia, nel giornalismo, nella biblioteca, ecc.
Insomma la comunità si sente di accompagnare questi religiosi nelle loro attività. Rimane fermo che l’attività principale è il servizio di liturgia, confessioni in evidenza, esercitato nel tempio, dove la frequenza è ancora discreta.

Nel centenario zanelliano anche il convento è coinvolto in diversi modi, essendo direttamente interessato, poiché nella chiesa, fin dal 29 Luglio del 1928, vi è la tomba del Poeta.

Quest’anno, su insistenza del P. Guardiano, in chiesa viene issato un castello per facilitare i molti lavori, di cui abbisogna l’edificio. Castello che era sperabile fosse smontabile e che tuttora non impreziosisce la chiesa.

In Ottobre incomincia un nuovo guardianato, che sarà molto attento ai restauri in chiesa e nel chiostro, a partire dal rinnovare la bussola del tempio. E si parla la prima volta di nuove Sacre Rappresentazioni dentro la chiesa. Un goffo tentativo di esse fu il baraccone, eretto in chiesa per rappresentare l’”Infernus”, nell’Aprile del prossimo anno.

1989
In Febbraio la Giunta municipale (delibera del 28.2.89) decide di riparare la parete del tempio, che insiste verso Corso Fogazzaro: ciò che è eseguito. Riprendono i contatti per far ritornare al convento alcuni locali del primo piano della adiacente scuola, prospicienti il chiostro.

Riprende il rilancio  di restauro del convento e della chiesa, prima fra tutte la pulizia del soffitto e delle pareti dell’interno del tempio, che erano stati bruttati sia dal fumo della candele sia soprattutto da una fuga dei fumi, immessi nel condotto di riscaldamento e sfogati nel tempio con il loro carico oleoso.

A reperire il denaro occorrente si impegna il P. Guardiano. Interessano principalmente il restauro conservativo del tempio, lo scavo nel giardino per ricavare un deposito per gli arredi della chiesa, e alcuni lavori interni al convento (tra essi l’alleggerimento dei mobili della soffitta, condotto con scarso discernimento).

In occasione del restauro del portale, un padre pubblica un opuscolo, che ricorda sia Andriolo autore del portale, sia il confratello Pace di Lugo Vicentino. Mecenate la Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno. Per ricordare il restauro il Comune di Chiampo, che essendo scelto quest’anno per la tradizionale offerta dell’olio nella festa di S. Francesco, dona una lapide in marmo a memoria.

Durante l’89, si inizia la tradizione dell’Ottobre Francescano con conferenze e mostre. Si ospita in convento la segreteria degli “Amici dei monumenti e del paesaggio”.

1990
17 Gennaio. Nel primo capitolo dell’anno, il bibliotecario relaziona sulla propria attività dall’anno 83 al 86. La biblioteca, in quegli anni è aumentata di 1807 volumi. Con il contributo del convento e con l’industria del bibliotecario. Purtroppo i libri della ibliotechina del PAZ sono dispersi, per beneplacito del superiore.

Sappiamo che una lettera uscita dalla curia provinciale indica ogni convento come centro di spiritualità, da esprimere sotto due aspetti: quello liturgico nel tempio, e quello culturale nel chiostro e nella sala per conferenze.

È completato l’impianto di amplificazione sonora della chiesa (nuovo mixer, lettore CD, radio sintonizzatore, microfoni direttivi per il servizio del canto).

1991
Gran parte dei capitoli di quest’anno è dedicata ai problemi, attinenti ai necessari restauri: cappella della Madonna, deposizione del Cristo, altorilievo appoggiato alla parete frontale, pala di S. Lorenzo, tela di S. Giuseppe da Copertino.
Per il finanziamento di questi e altri restauri in chiesa si inaugura una cassetta per le elemosine dedicate, mentre gli amici dei monumenti, la cui segreteria è ospitata presso il convento, si impegnano a contribuire per il 50% al restauro del chiostro. Per questi e i futuri restauri il guardiano si sottopone unicamente alla direzione dell’architetto R. Fochesato.
La realizzazione di tutti questi restauri sarà spalmata lungo i mesi successivi.

L’anno 91 è ricco di pellegrinaggi accompagnati dai nostri frati, di concerti in chiesa e di Lecturae Dantis in sala.

Si crea una specie di rappresentazione sacra, allestita da un religioso, in preparazione della Messa di mezzanotte di Natale con il lavoro “Questo nostro Figlio” frammezzato dai canti della nostra cappella musicale.

La fervida opera dei restauri si allarga, a cominciare dall’abside dell’altare maggiore (ditta Enteco). Nei capitoli conventuali si tratta a lungo sia circa i finanziamenti, sia sui non sempre chiari compiti affidati al direttore dei lavori.

1992
In Marzo funzione religiosa per il rientro delle salme dei caduti in Russia. Raduni dei religiosi della diocesi in chiesa (il P. Guardiano è segretario del CISM) e delle vedove.

Tanto per cambiare, il superiore, che fa richiesta al comune per istallare un ascensore, ricorda le lettere dei sindaci Corazzin (24.11.88) e Variati (20.8.90) che favoriscono la cessione della aule scolastiche prospicienti il chiostro.

Nasce (22.4.92) presso il nostro convento il “Centro di Cultura Medievale”, che terrà le prime nutrite e interessanti manifestazioni per qualche anno presso il convento, prima di migrare altrove, al chiostro di S. Corona prima e poi altrove, fino a planare stanco presso l’Accademia Olimpica.

Per un breve periodo i Pueri Cantores del M° Fioretto sono ospitati presso il convento.

In Giugno un religioso propone l’idea di riesumare il Piccolo Ateneo Zanelliano. Se ne riparlerà. In Ottobre si fa un resoconto delle entrate per i restauri.

Alla fine del ’92 una lunga relazione è pubblicata nel BP sulle attività pubblicistiche del convento con un particolare risalto a Radio Insieme.

1993
Un gruppettino di studenti, prima di recarsi a scuola, alle 7.30, si raduna in preghiera presso di noi.

Si avvera una adesione sempre più consistente alle esigenze della curia vescovile, con la presunzione di unirsi sempre più alla chiesa locale, intesa più o meno chiaramente come unica chiesa reale, nell’organizzazione della quale anche i religiosi devono appartenere. Il Guardiano ci tiene molto a far penetrare i religiosi nel tessuto della chiesa locale.
Intanto, mentre la chiesa restaura le pareti e si sporge nell’inserimento nella vita diocesana, la frequenza della gente diminuisce nella nostra chiesa.

In quest’anno si provvede al rinnovamento, terza edizione, dell’impianto termico della chiesa. Con risultati ancora inferiori della seconda edizione.

1994
Contatti stretti con la Parrocchia dei Carmini, della quale i Frati di S. Lorenzo dal prossimo anno diventeranno ), ufficialmente aiutanti nella pastorale (Messe, confessioni, conferenze).

La comunità si unisce agli altri ordini francescani per celebrare il centenario di S. Chiara. Presso di noi si inaugura anche una mostra chiariana.

1995
Proseguono di gran carriera i molti e preziosi restauri della chiesa e ci si interessa del restauro del chiostro, mentre ferve la preparazione dell’anno antoniano, per mezzo di conferenze, di concerti e di pubblicazioni. In preparazione alle celebrazioni dell’anno antoniano, la comunità approva la pubblicazione di un libro riproducente le immagini di S. Antonio reperite nel territorio vicentino.

In Settembre il religioso che aveva movimentato S. Lorenzo, con molte iniziative musicali, culturali e formative è trasferito in altra sede. I giovani non sopportano questo trasferimento e così comincia il disfacimento del forte gruppo della Gifra, sebbene altre attività iniziate dal religioso, soprattutto nel settore musicale (Accademia Musicale Laurenziana), continueranno per qualche tempo in modo sostenuto, per poi deflettere (sistole).

Aumenta vistosamente la consistenza libraria della biblioteca.

1996
Questo è l’anno, nel quale ancora una volta si “riqualificano”, ossia si riducono le messe di orario nella nostra chiesa, per disposizione della curia vescovile, con conseguente nuovo calo di presenze in chiesa.

Diventa sempre più urgente da parte dei religiosi, ora che il servizio in chiesa si va lentamente diminuendo, di qualificare S. Lorenzo come centro di spiritualità, sia nelle liturgie, sia nelle conferenze e nell’accoglienza dei gruppi nell’aula, che per la prima volta nel CC è definita francescana. Così la nostra presenza nella realtà vicentina si caratterizza: difatti quest’anno i gruppi ospitati sono ben quattordici: Assoc. Dante Alighieri, AUSER, Amici dei Monumenti, Centro di Cultura Medievale, Cenacolo Poeti Dialettali, ANEB, FIDAPA, Accademia Musicale Laurenziana, OFS, GIFRA, Coro S. Lorenzo, Gruppo Mariano-missionario, Gruppo di preghiera P. Pio, Cooperativa Iniziative. La comunità si orienta per coordinare l’attività di questi gruppi, incaricandone un religioso per esserne il riferimento presso il convento e che tenga presso tutti i gruppi una o due conversazioni di argomenti religiosi, affinché queste diano l’impronta di ciò che significa essere accolti presso un convento. L’accoglienza dei gruppi è tradizione dei conventuali, fin dal 1500, quando ospitò l’associazione dei medici e dei cavalieri della nobile Vicetia.

La biblioteca aumenta e si fornisce di altri scaffali. Presso di noi si organizza un festival di musica sacra.

Alla fine dell’anno i molteplici lavori di restauro in chiesa e in chiostro sono terminati. Nel chiostro si spostano (e si alienano!) alcune statue.

1997
I lavori si trasferiscono dall’interno della chiesa e del chiostro (dopo averne sistemato i servizi igienici), verso il retro abside della chiesa, dove si ricaveranno (1998)  sia lo spostamento della centrale termica sia un locale magazzino esclusivamente per i mobili della chiesa. Anche per questi lavori lo stanziamento viene dall’amministrazione comunale, proprietaria dello stabile.

25 Febbraio: P. Francesco Tamburo ritorna nella casa del Padre, lasciando a noi, oltre il ricordo gradito, anche la biblioteca, da lui formata, con l’aiuto di benefattori e con una sensibilità bibliofila accuratissima per quanto attiene soprattutto alla classicità. Dopo un primo progetto, indicato ancora una volta dal P. Superiore di alienare una parte dei libri, si riuscirà fortunatamente a trattenerli tutti, arricchendo ancora di più la nostra biblioteca.

19 Aprile: con quasi orgoglio si celebra la riuscita dei restauri della chiesa, che sono stati possibili, grazie al concorso dell’Amministrazione Comunale, dei contributi della Fondazione Cassa di Risparmio e dei molti benefattori avvicinati dal P. Cristoforo Pasqual. Concerto in chiesa e targa di ricordo presso l’entrata del Tempio.

In Maggio alla comunità è indicato un progetto per la realizzazione di un ingrandimento di Radio Insieme come opera e voce della comunità. La comunità respinge la proposta, perché l’azione della comunità deve concentrarsi sul lavoro in chiesa, dove ormai le presenze diminuiscono vistosamente. Inaspettatamente provvederà il Ministero, proprio entro l’anno, a far oscurare le trasmissioni radiofoniche di Radio Insieme, quello stesso Ministero che aveva dato il permesso. Chiude quindi anche la Cooperativa Iniziative, che cederà sia al convento sia alla nascente associazione ACSAL (1998: Associazione Culturale San Lorenzo), dedita all’attività culturale dell’Aula Francescana, quanto rimane delle attrezzature e dei mobili, e il modesto residuo di cassa.

Fortunatamente nell’Aula Francescana le presenze aumentano, con circa 150 presenze la settimana, tanto che gli incontri negli ultimi due anni sono stati 121 e il numero dei concerti in chiesa è aumentato, sebbene non tutti i concerti siano in armonia con il luogo sacro. Per ovviare a questa incongruenza, si pensa di cambiare le condizioni per accogliere le manifestazioni nella nostra chiesa.

In Settembre cambio del Superiore, e cambio di politica conventuale, in particolare per quanto attiene la liturgia, ivi inclusa la recitazione delle ore canoniche.

Agli effetti del presente studio, il convento per quasi un paio d’anni riprende la stesura della cronaca conventuale.
Durante il nuovo guardianato la vita liturgica e i sussidi liturgici aumenteranno considerevolmente.

A Natale l’ultimo grande presepio nel nostro chiostro, che sembrava diventare una tradizione, e che invece per scelta di qualche religioso tramonterà.

Alla fine d’anno si discute di una proposta, che per fortuna cade nell’anno seguente: trasformare alcuni locali del convento in un luogo di ospitalità durante il periodo giubilare, con l’obbligo di non poter ricuperarli a nostro uso per la durata di dieci anni. Se si vuole accedere a una cronaca di tutto lo svolgere della situazione, essa è ben delineata nel BP 1998, pag. 456.

1998
Una nuova svolta si inizia nell’attività di alcuni religiosi: l’assistenza diurna, notturna e finesettimanale, ai gruppi di neocatecumenali. Continuano ancora intense le attività per l’Aula Francescana, per la biblioteca. La lectio divina oltre che nell’Aula Francescana, dove quasi ininterrottamente si svolge fin dal 1981, si attua anche in chiesa.

Sistole: si sente sempre più pesante il calo delle frequenze in chiesa, e si nota che esso è dovuto anche ad alcune cause: calo della popolazione cittadina, turismo di finesettimana, instaurazione della zona pedonale. Calano anche gli studenti che il mattino si soffermavano in chiesa prima delle lezioni e il numero dei partecipanti alla Gifra.

Anche le presenze delle associazioni che ospitavamo nell’Aula Francescana si assottigliano (uscita della Dante Alighieri, dell’ANEB, dei Poeti dialettali).

In compenso in chiesa iniziano le sacre rappresentazioni, che si protraggono annualmente ancor oggi, inserendosi nella manifestazioni dell’Ottobre Francescano (la loro storia è ben documentata in alcuni grossi volumi).

1999
Quest’anno è povero di indicazioni sia nel VC sia in BP.

2000: anno giubilare.
In preparazione di esso il 4 ottobre dell’anno precedente l’olio è stato offerto dal comune di Vicenza, che ha pure donato il restauro del crocifisso della sacrestia e un nuovo reliquiario. Per completare la solennità del Giubileo, quest’anno offrirà l’olio l’Amministrazione Provinciale, che per ricordare il giubileo accetterà di fondare, su istanza di un religioso di S. Lorenzo, il Centro Veneto per le Sacre Rappresentazioni (realizzato nel 2001). La notte dell’apertura del Giubileo, prima che si celebrasse la Messa di Mezzanotte di Natale, il P. Guardiano ha fatto fornire in presbiterio uno schermo per trasmettere la funzione dell’apertura.

L’ACSAL protesta il proprio attaccamento al convento di S. Lorenzo, del quale diventa il settore culturale. Un po’ di tempo dopo anche l’ACSAL sarà sostituita dalla SPERI, che unirà le due sezioni di cultura e di spiritualità (una nutrita cronaca di tutte le attività della SPERI è raccolta in alcuni volumi). Una delle opere, che grazie alla cooperazione dell’ACSAL si realizzò, fu la fornitura nell’Aula Francescana del nuovo impianto di amplificazione sonora, di video proiezioni, e di entrata in internet (inizialmente intestata al convento e poi passata all’ACSAL). Nuova epoca per l’Aula Francescana, che ancor oggi gode degli stessi impianti. Il sito internet è WWW.sanlorenzo.vi.it.

In occasione del Giubileo anche S. Lorenzo è fornito di una nuova miniguida, su iniziativa del comitato diocesano.

In convento alcune notevoli trasformazioni: il vano, che serviva a magazzino per la chiesa, dove si conservavano i tavolati per il presepio, i grandi quadri da esposizione in presbiterio, il vecchio pulpito reso inutile dall’impianto di amplificazione sonora, il deposito vestiti per i poveri è trasformato in terza sala per la biblioteca, che si arricchisce di tutti i volumi passati al convento dal P. Francesco e che provvisoriamente erano stati situati nel corridoio  accanto alla stessa biblioteca: in questa sala sono raccolti ancora provvisoriamente i vestiti da consegnare ai poveri. La biblioteca ormai supera i dodicimila volumi e comincia ad essere catalogata. Essa sta accogliendo inoltre i libri donati dalla Cooperative Iniziative, ora che è stata sciolta: ciò arricchisce ulteriormente il deposito.

Altre trasformazioni: il retro cucina è risistemato nella pavimentazione e nella esposizione, non molto opportuna, di alcune statue. Il chiostro rinnova il tappeto erboso: qualcuno vorrebbe trasformarlo in mostra di fiori, ma in questo modo esso perderebbe la propria funzione.

La cappella invernale è fornita di un nuovo tabernacolo

Nel 2000 inizia quel triste ritorno al museo civico di alcune opere d’arte, che erano conservate presso di noi fin dall’inizio.

2001
Si sta costituendo il nuovo coro polifonico di S. Lorenzo, che con varie vicissitudini continua la sua azione liturgica fino al presente.

I frati continuano la loro opera di spiritualità, con le confessioni, le lectiones divinae, le conferenze, il sacramento della riconciliazione, il lavoro intenso del nuovo sito internet.

Scompare il grande presepio nel chiostro, per volere di un religioso. L’Aula Francescana rinnova la mobilia (pedana più larga, sedie di plastica con tavoletta, tende nuove) grazie al contributo dell’ACSAL – SPERI e a quello dell’AUSER).

2002
Il nuovo bibliotecario lascia la biblioteca inattiva, anzi qualche libro scompare, come pure scompare l’abbonamento alle riviste francescane. In compenso il Ministero per i beni culturali ci trasmette un elenco dei beni che si trovano presso il Convento ed il Tempio.

Nel nuovo ridisegno della Provincia religiosa, il convento di S. Lorenzo è dichiarato “meno rinunciabile”. Si rafforza il concetto che S. Lorenzo sia sempre più marcatamente un “centro di spiritualità”, costruito tra i cardini del sacramento della riconciliazione e l’accoglienza delle attività culturali e spirituali, trovando così più definita la funzione della nostra comunità nel tessuto vicentino.

Alle altre benemerenze culturali, l’amministrazione comunale riconosce il valore culturale del gruppo dei campanari, che svolgono un’intensa attività a S. Lorenzo, anche perché il concerto di campane di S. Lorenzo è il più completo di tutta la città.

Una vera novità è l’aggregazione giuridica dell’eremo di Toara al nostro convento, con la definizione che i confratelli ivi dimoranti sono membri effettivi della nostra comunità. In controtendenza, la gloriosa Gifra dei begli anni è scomparsa.

2003
Ennesima richiesta all’amministrazione comunale di concedere qualche aula dell’attigua scuola, per allargare i locali per la biblioteca e per l’accoglienza di chi desidera raccogliersi presso di noi per qualche ora di serenità spirituale.

Nella sistole rientra anche il ritiro del convento dal “Centro Veneto per la Sacra Rappresentazione” iniziato da un frate di S. Lorenzo, e sostenuto anche dal Convento. Il centro, essendo mancato da tempo il suo fondatore e animatore, nel 2007 cesserà.

Al frate che è incaricato di seguire l’attività svolta nell’Aula Francescana, è imposto di aprire una sottoamministrazione, per sorvegliare meglio i  poveri movimenti finanziari.

Nella bacheca del convento si può leggere stampato l’unico della centinaia di articoli di spiritualità pubblicati nel sito di S. Lorenzo.

Il 2003: l’anno è ricordato soprattutto per la sistemazione delle anguste celle del convento. Le celle vengono ampliate, e da 13 si riducono a 9. Al rifacimento del convento si interessa direttamente la Provincia religiosa, seguendo i suggerimenti di qualche religioso del convento. La ditta operatrice non è vicentina (Carron).

2005
Verso la fine dell’anno, arriva dall’amministrazione comunale la notizia che lo spazio dietro l’abside, da decenni indicato dai frati e dalla cittadinanza come spazio libero per ammirare l’abside della chiesa, sarà ristrutturato. Però esso diventerà un passaggio e una sosta per tutti, che occuperanno le prossimità del convento, anche in tempi non regolati.
Per il convento solo la metà dei suoi pluridecennali desideri è accolto.

Si parla della messa a norma degli impianti elettrici del convento e della chiesa. Si interessa l’Ufficio tecnico della Provincia religiosa, senza interpellare il capitolo conventuale. Alla messa a norma dell’impianto della chiesa dovrebbe provvedere il proprietario del tempio, il Comune di Vicenza.

Nel VC del 22 Novembre si decide di sistemare le tre sale della biblioteca, con un progetto, già indicato e che sarà definito in seguito (10 Gennaio 2006).

Il Museo Civico ritira alcuni quadri per restaurarli: ritorneranno tra di noi?

2006
L’Aula Francescana è considerata anche sotto l’aspetto amministrativo del convento.

Anche per la nostra chiesa passa il pellegrinaggio del Crocifisso di S. Damiano.

2007
Il riordino della biblioteca, che occupa tre locali a pianoterra, accessibili a tutti, sarà compiuto gradatamente. Un religioso, che verso la fine d’anno diventerà bibliotecario, aiuta il lavoro del bibliotecario. La schedatura degli ormai circa 14.000 volumi (più oltre 3.000opuscoli) sarà compiuta su supporto elettronico. Per la schedatura il convento procura il PC e alcuni benefattori procurano i costosi  programmi necessari.

Quest’anno il numero dei religiosi si riduce, sia a causa della morte del conosciutissimo P. Raffaele Flaim (18 Luglio), sia perché un religioso è destinato ad assumere un incarico di insegnamento a Padova.

Mi piace trascrivere la conclusione dell’ultimo CC del 1007, che stranamente riecheggia il primo verbale dei CC, sebbene in forma più disadorna e succinta:

Oltre a qualche manifestazione in onore del Santo (cioè di S. Antonio nel 2008), in prima serata, sarà inserita una particolare celebrazione dell’80mo anno del ritorno di Frati a Vicenza, dopo essere stati espulsi da Napoleone e dai governi anticlericali.


Fin qui alcuni cenni di cronistoria. Oltre a ciò che è stato ricordato, deve essere notato tutto il lavoro quotidiano e umile svolto in questo tempo.

I Francescani (anche noi di S. Lorenzo) sono talvolta carenti di memoria storica. Alcuni opinano che, data l’enfasi con cui si esalta la cosiddetta “itineranza francescana” (cioè il cambiare selvaggio di sede e di responsabilità) anche la povertà di memoria storica favorisca la povertà di spirito. Ma se smettessimo la memoria, che ci orienta nell’esistenza, dovremmo dimenticare anche Gesù, il cui memoriale eucaristico quotidiano sostiene la nostra vita. La memoria storica è composta da tutti i filoni di vita e di attività, che le comunità passate hanno vissuto e ci hanno trasmesso. Perfino un quadro dipinto è memoria, e chi trascura un quadro, che è parte della propria casa, si priva di una componente dell’orientamento personale e familiare. Perciò il ricordo di questi filoni è doveroso richiamare ora qui.

Infatti gli argomenti trattati nei VC, compulsati sono numerosi. Certo sarebbe opera pregevole – Tito Livio insegna – descrivere ogni campo che interessa S. Lorenzo, come la storia delle campane, della trasformazione del convento, del TOF e dei gruppo di gioventù francescana, delle opere missionarie, dei cori e delle musiche, compresi i compositori.

Certamente sarebbe bello, e in parte divertente (gossip?), comporre delle piccole monografie.

Tuttavia ci restringiamo a sottolineare tre nuclei.

1°- La preghiera quotidiana, personale, comunitaria e liturgica, non è stata assente neppure un giorno da S. Lorenzo.
Nel grembo della città di Vicenza, la comunità di S. Lorenzo è come un cuore che pulsa l’eterna vita, che misteriosamente penetra nelle vene di tutta la città e la benefica.

La diminuzione presente delle frequenze nella chiesa non cancella l’energia della preghiera anche di una sola persona.

Ricordiamo l’ufficiatura nel Tempio, con la liturgia della Messe, delle funzioni serali, dei mesi di Maggio, le tredicine in preparazione alla festa di S. Antonio, i tridui, le settimane di Pasqua, la preparazione al giorno dei morti e al Natale, la direzione spirituale e soprattutto le confessioni giornaliere, operanti in ogni ora di apertura della chiesa (chi non ricorda la presenza costante nel confessionale del P. Peroni, del P. Odorico, del P. Ernesto, del P. Raffaele e di altri ancora?). A mia memoria, soltanto un giorno la chiesa scioperò e contemporaneamente fece serrata: non durante la guerra, ma solo quando Vicenza fu evacuata a causa dello sminamento della bomba rinvenuta nel cimitero cittadino.

Anche nella nostra chiesa l’evoluzione liturgica, soprattutto dopo il Concilio Vaticano Secondo, prese movenze nuove.

2°- Per il servizio secondario della liturgia si organizzarono i cori. Quello iniziale (chi non ricorda il M° Arnaldi?), composto da donne, che durò fino al 1956 e poi si trasformò nel coro polifonico che continuò fino al 1968. Uno ritormato dopo il ’76 e potenziato nel ’79. Un terzo, ancora operante, che con alterne vicende si è mantenuto fedele a S. Lorenzo.

Una catechesi francescana in chiesa si è attuata anche con le molte sacre rappresentazioni, sia cantate, che recitate, iniziate sporadicamente in tempi lontani e divenute costanti nei tempi più recenti. I francescani da sempre, grazie al loro carattere popolare, hanno creato parecchie modalità semplici di catechesi.

Perfino i concerti in chiesa, che ora si sono trasformati in raduni musicali di spiritualità, in armonia con un centro di spiritualità quale è S. Lorenzo, devono avere lo scopo di catechesi: non sempre ci sono riusciti, ma l’intenzione dei religiosi era fondamentalmente quella di evangelizzare. Qualche anno si ospitarono in chiesa fino a sei concerti.

Le azioni pastorali dei frati si irradiavano lontano. Le confessioni ai molti istituti religiosi, la predicazione nelle parrocchie, l’assistenza culturale e religiosa di associazioni (Maria Cristina, Rinascita Cristiana, Cursillos, Neocatecumeni, Avill, Volontariato, ecc.). Purtroppo dopo il ’70 queste attività precipitarono verticalmente per poi riprendersi.

Non vorrei dimenticare l’evangelizzazione tramite l’attività radiofonica e in internet.

3°- La vasta azione culturale, che affianca la vita liturgica, e che fu trascurata soltanto durante qualche anno.
Scorrendo le cronache mi sono accorto che le presenze di manifestazioni culturali di qualunque specie sono state numerose: di norma da una decina a una ottantina di presenze all’anno.

Il PAZ iniziò l’attività, quando la vita culturale di Vicenza stava riorganizzandosi nel dopoguerra. Più tardi, dopo la sostituzione del PAZ con l’accoglienza di alcuni gruppi, nacquero l’ACSAL e la SPERI, sorta come associazione di Spiritualità e di Ricerche, che si impernia sulla Lectio divina, e si allarga in ogni campo culturale.

Cultura eletta del convento è anche la cura crescente della biblioteca, che, riordinata, sarà accessibile a tutti.
Rammentiamo le mostre di pittura, le manifestazioni musicali, e altri incontri ospitati nel nostro chiostro, richiesto anche per la bellezza e la serietà dell’ambiente.

Nello sviluppo della nostra presenza a Vicenza, stiamo oggi ricuperando, in modo più spiccato, Francesco d’Assisi. Francesco riscoprì Gesù nella sua umanità, perfino nel suo dolore di uomo (le stimmate). Oggi, dato che Gesù è trascurato, il compito che, come francescani, ci siamo assunto è quello chiaro di essere un centro, un’oasi di spiritualità, nel contesto della città. Il presentificare Gesù nella liturgia, il ricondurre a Gesù nel sacramento della riconciliazione, il proporlo nella predicazione, nella lettura biblica, negli incontri musicali di spiritualità e nelle sacre rappresentazioni, il nostro aiuto a chi soffre nel corpo e nella psiche per l’ignoranza o per la malattia, caratterizzano la nostra spiritualità e la nostra attività di oggi.

Sentivo l’obbligo di questo accennare a tutte le attività che hanno vitalizzato S. Lorenzo, oasi di elevazione nel centro della città.

A gloria di Dio. Amen.

Vicenza, 11 Giugno 2008
Giuseppe Celso Mattellini, ofmconv