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Lasciarci deludere da Gesù

L’incontro con Gesù è sempre pieno di meraviglia e di esaltazione. Ma è anche un incontro, i cui riverberi non si possono dare per scontati.

Se veramente ci incontriamo con lui, qualche cosa del nostro passato deve cadere. Anche qualche cosa del nostro passato più puro, più costruito e forse più sofferto.

Gesù incontrato ci delude. Non è mai quello che avevamo immaginato.

Da qualunque luogo noi ci muoviamo verso di lui, l’incontro ci turberà sempre. Ossia purificherà i nostri sentimenti, monderà i nostri concetti.
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Se muoviamo dalle idee religiose costruite e anche stabilizzate in noi dalla teologia o dal catechismo o dalla tradizione, l’incontro con lui ci pone di fronte uno che non è quello della teologia o del catechismo.

La teologia e il catechismo sono troppo sistematizzati, posseggono troppi concetti così ben definiti, che non permettono a Gesù di entrarvi dentro completamente. Gesù rompe gli schemi mentali ed emotivi, che il catechismo aveva intrecciato dentro di noi.

Non è lui, quello che avevamo preconfezionato in noi.

Dopo tante fatiche per edificare in noi la figura di Gesù, dopo sforzi per apprendere definizioni e per limare idee, ecco entrare in crisi le nostre impalcature. Una delusione: non è lui!
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Ma anche movendo da un altro punto di vista, Gesù delude.

Oggi molta gente si costruisce un Gesù moderno, aggiornato, contemporaneo. Si immagina un Gesù uomo, magari uomo coerente e coraggioso, solitario e rivoluzionario. Vuole un Gesù spogliato da sovrastrutture, compresa la “sovrastruttura” della sua divinità.

Gesù figlio d’uomo. Non Gesù figlio di Dio.

Ma quando dalla nostra fantasia su Gesù, si esce per incontrare Gesù davvero, ecco la delusione: Gesù non è quell’uomo da noi immaginato, ma è proprio quel Gesù reale con la sovrastruttura della divinità. E se non è accettato con questa sovrastruttura, Gesù si dissolve e non è più avvicinabile.
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La conseguenza è ovvia.

Se non vogliamo perdere Gesù, è necessario disporci a essere delusi da lui.

Lui è sempre oltre alle nostre aspettative. E l’essere disposti alla delusione, è il modo più acconcio per aprirci verso di lui.

Però Gesù ci delude non una volta sola.

Ogni giorno, ogni ora, se vogliamo restare in effettivo contatto con lui, è necessario essere disposti a uscire dal già acquisito, per rilanciarci nel non ancora scoperto e sperimentato.

Anche in questa disposizione a meravigliarci di nuovo, sta una delle fonti della giovinezza perenne dei santi e di ogni credente.
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Gesù ha fronteggiato molte tradizioni del suo tempo, per andare oltre.

Sarebbe un guaio convincerci che solo venti secoli fa lui abbia superato i limiti del già acquistato.

Gesù è ancora vivo oggi. E anche oggi supera i limiti del dato per scontato. soprattutto lo scontato che riguarda lui. E non solo lo scontato su di lui che la società ci propina. Ma anche lo scontato che io e tu custodiamo, ciascuno, dentro di noi.

04.05.95   GCM