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Accogliere la Parola

Il Vangelo è cibo, luce, consolazione.
Eppure il Vangelo se non è mangiato, non produce calorie; se non è "appeso al candelabro" non è luce; se non penetra le nostre fibre, non è conforto.

La parola di Dio è spada penetrante fino in fondo di noi, là dove la nostra vita si incontra con lo Spirito di Dio.
Leggere il Vangelo è una bella avventura, ma non è sufficiente a permettere che il Vangelo sprigioni tutta la sua forza. Il Vangelo deve penetrare oltre l'intelligenza, oltre il sentimento, nel profondo di noi, nella fucina del nostro inconscio.

La lettura superficiale del Vangelo, può anche suscitare in noi il senso delle contraddizioni, riscontrate nelle diverse parole del Vangelo. Tali contraddizioni, per qualcuno, sono occasione di tentazione: selezionare le parti che ci garbano e dimenticare quelle che non rispondono ai nostri criteri. Qui il pericolo è enorme: cancellare una parte della parola di Dio, è cancellare tutta la parola di Dio.

Probabilmente il criterio da adottare è un altro: lasciare che ogni parola di Gesù entri in noi e si depositi nel profondo del nostro inconscio. Là vige la logica simmetrica, ossia la compresenza unitaria di tutte le realtà interiori.
Questa compresenza genera un accostamento nuovo, un'inedita armonia anche delle realtà apparentemente (= alla nostra mente) contraddittorie.
Così si attua quella " coincidentia oppositorum" cara ai pensatori del Rinascimento.

Lo Spirito allora produce in noi la sua unità, facendoci intuire una diversa sintesi, quella dell'amore attivo. L'amore umano, per aiutare, si serve della lode e del biasimo. L'amore è l'unità dei due contraddittori, superando la presunzione nel lodare, e l'odio nel biasimare.
Questo accade solo se la parola di Gesù, ossia Gesù espresso in parole, penetra fino in fondo.
Ossia se noi siamo liberamente preparati e attivi nell'accoglienza. Aperti al tutto.
GCM 24.05.04