Per vivere una fede mistica necessitano molto silenzio e molta meraviglia.
E’ una frase che mi ha colpito felicemente.
Fede mistica è una fede partecipata con tutta la persona. Essa si diversifica dalla fede meramente intellettiva, quella che fa scrivere a S. Anselmo: “Credo, quia absurdum” , credo perché mi trovo di fronte all’assurdo, che la mia logica rifiuta. Questa fede resterà sempre fredda e non genera le opere della fede, senza le quali la fede è morta.
Le opere della fede devono sgorgare dalla fede e non dall’imposizione della volontà. La volontà di credere predispone alla fede, ma non include la fecondità delle opere di fede, prima delle quali è l’amore. Le opere della fede sono suscitate dallo Spirito di Dio, che opera in noi come a lui garba.
La fede mistica è una fede vissuta, che serpeggia dentro tutta la persona. E’ abbandono al Padre di ogni bene. E’ il gusto intimo di questo bene. E’ un gusto dolcissimo e delicato.
Or dunque, per avere questa fede, occorrono silenzio e meraviglia.
Silenzio di parola, ma anche di desiderio. Soprattutto del desiderio ansioso di aver fede. Lo sforzo di raggiungere la fede è un chiasso enorme, che non predispone alla fede mistica. Il silenzio è concretamente abbandono e predisposizione a dire “Che bello!” per ogni anche piccola luce che ci viene dal Padre: meraviglia.
Ho osservato persone che tacciono, ma non vogliono buttarsi nella meraviglia.
Ho osservato persone che si entusiasmano, ma non sanno tacere.
Lo sposalizio tra il silenzio e la meraviglia, conduce alla fede mistica.
GCM 27.05.06