CarneLa nostra “carne” è grande! Noi spesso la trattiamo
male: nel cibo, nella fatica, nello stress, nel sesso. Eppure la nostra
carne è una cosa magnifica. Si intuisce allora la verità della
risurrezione della carne, per completare lo stato di vita eterna.
La
nostra carne ha il magnifico compito di esprimere “lo spirito”. Il
nostro affetto, le nostre intuizioni, i nostri desideri, le aspirazioni
alla bellezza e all’amore, si esprimono tramite la nostra carne, dentro
il nostro corpo.
La nostra ricchezza interiore quante volte si è
mostrata attraverso anche il semplice sguardo! L’affetto in una stretta
prolungata di mano! Il conforto nell’asciugare il sudore!
Eppure non si ferma tutto al livello della carne che esprime la mente e lo spirito dell’uomo.
La
carne manifesta anche Dio, la sua presenza, il suo Spirito. Ricordando
il Vangelo di Giovanni, scopriamo una verità impensata, immaginata
soltanto da Dio: “il Verbo si fece carne”! E noi l’abbiamo veduto,
toccato con le nostre mani.
Gli occhi dell’uomo, lo stomaco
dell’uomo, i piedi umani, esprimono Dio. Soltanto la contemplazione può
aiutarci a misurare la profondità di questa realtà. Eppure nemmeno la
contemplazione riesce a raggiungere l’ultimo gradino di questo abisso.
Infatti l’ultimo gradino si ricollega direttamente con lo Spirito di
Dio, che unisce al Padre.
Di fronte alla piccineria dei nostri
stilisti che esaltano l’esterno del corpo, fermandosi alla superficie,
la fede ammira il corpo, perché in esso vede non solo l’impronta ma
anche la presenza di Dio.
GCM 17.01.06
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