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Fede e fedeltà

L’autenticità della fede è misurata dal derivato naturale della fede: la fedeltà. La costanza nell’aderire alla fede è il segno e l’essenza di una fede seria, che non si accontenta delle emozioni, ma si impegna nelle opere. Fede senza opere è vana: ci avverte S. Giacomo.

La fede è adesione totale a Gesù. Le modalità della fede cambiano, secondo l’età o le circostanze, ma è la permanenza del credere, che assicura la salvezza.

Possiamo ipotizzare una “stanchezza” nel credere? Addirittura una “perdita” di fede?

Dipende dal tipo di fede, che una persona pensa di avere. Se per fede intende l’essere abbagliati da un’idea o da una persona, che colpisce fantasia e sentimento, allora non solo è ammissibile una perdita di fede, ma è ancor più ovvio parlare di una fede mai esistita.

La fede è opera dello Spirito nell’uomo. E Dio è sempre fedele. Una volta accolto davvero, Dio non si eclissa. Dio sorregge anche nei momenti di prova e di tenebra, ma non s’allontana mai dal credente.

Se si intende per fede il “sentire di avere fede”, allora l’oscurità avviene nel nostro sentire, non nella presenza di Dio.

La fedeltà è sempre quella di Dio, che solo può alimentare la nostra fedeltà, se a lui ci abbandoniamo.

Anche nella vita di ogni giorno, la fedeltà a un impegno indica la serietà dell’impegno stesso. Se ci si impegna a un compito di per sé transitorio, la fede si estingue con il compito; ma se si tratta di tutta la vita, la fedeltà è luce.
Dio è fedele e sostiene la nostra fedeltà.

GCM 05.11.10, pubblicato 01.01.11