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Scoprire Gesù

Alla richiesta di Giovanni il Battezzatore, di conoscere Gesù ( “Tu chi sei?…o dobbiamo ancora attendere?”) Gesù  si descrive stimolando la riflessione di Giovanni e dei suoi perché trovino la risposta. E’ come se Gesù fornisse i dati del problema, per aiutare Giovanni a risolverlo e a darsi lui stesso la risposta che cercava, estraendola dal proprio cuore e dal proprio bagaglio ascetico-teologico.

I dati di Gesù sono desunti da elementi, che i discepoli possono costatare (“udite e vedete”).

Questi dati sono di tre tipi: quelli immediati: le guarigioni (che Matteo ha già descritto); poi quelli più importanti , perché profetici ( ai poveri è annunciato il Vangelo, che si inizia con la prima beatitudine): dati profetici che si uniscono alla profezia di Giovanni; infine i dati salvifici che si uniscono alle beatitudini dei poveri (beato chi non trova impedimento nell’accostarsi a Gesù)  anche se deve superare la dottrina di Giovanni, prelusiva ma non definitiva. E più sotto Gesù porterà il motivo, per il quale Giovanni, uomo di valore, è superato dai fatti.

La descrizione di se stesso, in questa pericope, è superata nell’evangelo di Giovanni, dove Gesù, anche scandalizzando, si dichiara apertamente “via, verità e vita” e afferma: “Io e il Padre siamo una cosa identica”, con molte altre affermazioni inequivocabili su se stesso.

Conoscere Gesù, quindi, può attuarsi per diverse vie: quella della costatazione dei fatti, offerti alla riflessione di fede, e quella di fede dedotta dalla sua parola. Induzione e deduzione: questa duplice attività è sperimentata anche nella nostra vita. Talvolta, quando si fa buio, partiamo dal fatto della risurrezione per solidificare la fede; altre volte contempliamo Gesù nella luce.

GCM 07.12.13