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Pregare Lui

Per rendere meno meccanica e meno superficiale la nostra pre-ghiera, e condurla al pregare autentico, è opportuno passare dalla for-mula alla parola. La formula può essere un indicato inizio, una apertura al pregare, ma essa non è ancora pregare.

Affinché il pregare sia “produttivo” è necessario avvenga un altro passo: dal pregarci addosso (come dal parlarci addosso) è indispensabile il pregare, rivolgendosi a Lui.

Alcuni si affliggono (e si confessano) per le distrazioni nella pre-ghiera; di solito sono distrazioni dal capire ciò che si sta dicendo. Sono distrazioni dalla parola. Invece la vera distrazione è il divergere dalla co-scienza di essere al contatto con Lui, con il Padre.

Che il pregare è anche il porre attenzione a ciò che si dice (paro-la), è una posizione sana, ma incompleta. Se essa non diventa colloquio, rimane sulla soglia. Non entra in quella “oratio Dei” di quella preghiera di Dio, della quale parlano i Vangeli.

La preghiera produttiva, anche emotivamente, è l’avverarsi di un incontro al tu per tu.

La scontentezza dopo aver recitato delle preghiere, e la conse-guente voglia di smettere, nasce dal non aver attuato l’incontro, dall’aver trascurato al chi si rivolge il pregare.

Evidentemente questo dialogo con il Padre, non può essere ef-fetto della nostra buona volontà, sebbene questa è indispensabile, ma dall’affidarci “cordialmente” alla presenza sempre attiva dello Spirito Santo.

Dalla formula alla parola, dalla parola al dialogo.

26.01.19