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Globalizzazione

Pochi anni a ridosso della seconda guerra mondiale (mondiale e globalizzata) in Francia si parlava della Francia terra di missione. Perciò si doveva intuire che i missionari non erano francesi. Vennero in Francia i missionari, i quali cercavano di convertire i francesi al Corano.

L'Italia non è da meno. La cortezza di vedute dell'organizzazione (!?) ecclesiastica, ammette il calo di fede, ma pensa più a chiudere chiese che a chiamare missionari.

Un barlume di questo bisogno di missioni, si trova nel fatto che finalmente i Vescovi di Roma vengono dalla Polonia, dalla Germania, dall'America del Sud.

Questa chiara lezione di illuminata globalizzazione (forse con questo termine oggi si può tradurre “cattolicità”), non è entrata nella testa delle alte sfere dell'illustre Ordine dei Minori Conventuali. Ci fu un periodo di illuminazione, quando per mantenere vivi i conventi si invitavano anche i frati del terzo mondo, appunto a tenere vivi i conventi e a esercitare opera di missione.

Oggi la tendenza è quella di espellere dall'Italia i frati non italiani, e di chiudere i conventi... grazie alla globalizzazione della cattolicità. È politica illuminata, oppure è cecità cattolica? Il futuro ce lo dirà, quando le nostre chiese si trasformeranno in musei, o sale da concerti, o anche in moschee (nuove sante sofie di Costantinopoli?). Chiese traditrici: costruite per Gesù, espellono Gesù.

10.07.17