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Il Vangelo parla

Leggiamo il Vangelo. Esso dice a noi, dice di noi, noi diciamo il Vangelo.

Gesù parla a noi. Quello che il Padre ha comunicato a lui, profeta e Figlio di Dio, egli lo passa a noi, perché gli siamo amici, secondo la sua espressione.
Lo svelamento di chi è il Padre, lui stesso, e lo Spirito, è l’argomento della conversazione, che egli intreccia con noi. Gesù è il tramite dello svelamento di Dio, lui stesso essendo tale rivelazione.

Simbolo di tale comunicazione della rivelazione, è la frase “Ascolta, Israele”, congiunta con la frase “Parola di Dio” o sue locuzioni sinonimiche.

Gesù parla di noi, perché noi siamo il riflesso creato di Dio. Parla di noi, perché ogni parola di Dio, mentre svela Dio, svela anche ciò che Dio ha seminato in noi. Lo Spirito di Dio ci permea, e quanto Dio dice, lo esprime anche lo Spirito di Dio, che è in noi, ossia l’immagine di Dio, stampata nella nostra vita. Noi siamo la creatura di Dio, quasi l’eco della sua voce, che parla; eco che forma la nostra stessa costituzione umana. Sia parlando di sé, sia parlando del cosmo, sia parlando di noi, noi comunque siamo sempre compiegati nella parola di Dio.

C’è un passo ulteriore. E’ vero infatti che il Vangelo di Gesù non è uno scritto morto affidato alla carta, ma è il Gesù vivo e vero, sempre presente nella Chiesa, che è organismo e corpo di Cristo. Chiesa evidentemente siamo noi, sia come singole membra, sia come unione organica in Gesù.

Gesù rivela Dio, presentandosi nella storia, agendo e colloquiando. Però, il Cristo non è staccato dal suo corpo, che è la Chiesa. La Chiesa parla con Cristo, e reciprocamente Cristo parla con la Chiesa. Noi parliamo le parole di Cristo. Siamo Chiesa.

GCM 13.10.13