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Spirito di unione e di differenza

Quando ci si sente deboli che cosa si fa? Si ricorre a ricostituenti. Eppure anche la debolezza è assunta da Gesù per la nostra salvezza. Abbandono sì e anche attività per quanto possibile.

La nostra debolezza, costante o momentanea, può essere parte del nostro carisma? La croce di Gesù è parte del suo “destino” (la volontà del Padre)? Se sì, allora ogni circostanza della nostra vita, rientra nel piano di Dio.

Ogni carisma è presenza operante dello Spirito in noi. Lo Spirito dona anche il carisma della stanchezza, particolarmente di quella dovuta a malattia o a vecchiaia?

Sappiamo (lo stesso Spirito ce lo insegna attraverso Paolo) che lo Spirito dona e l’unità e la particolarità.

La chiesa è una grazie all’influsso dello Spirito. Anche lo Spirito dona ai  singoli la loro specificità.

Questo è a beneficio di tutto il corpo di Gesù: un solo Spirito, che tutti unisce e che si “divide” in fiammelle che si posano sui singoli.

Le comunità religiose sono unite dall’unico Spirito, che anche esalta le dotazioni dei singoli. Forse egli può meno unire la totalità, se i singoli non si stimano e non si amano.

Lo stesso avviene nella coppia. Lo Spirito unisce l’uomo e la donna. E’ lo Spirito dell’unità. E poi lo stesso Spirito custodisce i carismi dei singoli; le strutture, le qualità e la fede della donna; le strutture le qualità e la fede dell’uomo.

Le differenze, in tutte le loro declinazioni, tra uomo e donna, sono espressione del carisma personale, e questo è creato e alimentato dallo Spirito di Dio.

16.07.14