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Beati, amando

L’amore non è misurabile: si ama e basta. Quando si parla dell’amore infinito di Dio, si parla semplicemente di amore. Proprio perché il suo amore, come ogni amore, non ha limiti, confini, appunto non-finito.

È un non senso il misurare la quantità d’amore: “Quanto mi ami?” è semplicemente una domanda assurda. Si ama, semplicemente amando.

Dio si ama con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze, perché nell’amare ci siamo tutti noi stessi. Il dono di amare Dio è lo Spirito in noi, lo stesso Spirito che è in Dio, che ci ama “infinitamente”.

Nell’atto di amore, se è autentico e non la finzione esercitata quando vuol accalappiare qualcuno, si è dentro tutti, perché si è talmente concentrati sulla persona che si ama, che il mondo attorno scompare.

Si intuisce allora l’estasi d’amore, estasi che si prova nel rapporto con Dio, quando davvero lo si ama. Certamente l’amare Dio, è possibile solamente se si vive quella fede, che è sicura nell’”ammettere Dio presente”.

L’amore estatico di Dio, è sempre sposato alla fede. Non può gustare l’amore di Dio e per Dio, chi ancora dubita di Dio e, quindi, dubita anche che Dio possa amare le sue piccole, e per lui, dolci creature.

La beatitudine, vissuta nell’amare Dio, è preceduta dall’altra beatitudine: “Beati quelli, che, pur non avendo visto, stanno credendo”.

Beati. La vita della Trinità è un oceano di beatitudine. Perciò, avvolti da Dio e credenti nella sua presenza, siamo sempre tuffati nella beatitudine.

02.09.14