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Entusiasti per la Trinità


     Indifferenza, critica o entusiasmo? Un calciatore usa a modino i “piedi buoni”, e noi siamo entusiasti per quei piedi. Un attore o una attrice recitano (quindi non sono sinceri, perché non dicono cose loro!) così bene da strappare lacrime, e noi ne siamo entusiasti. Un romanziere, un poeta, un giornalista esprimono tanto vivacemente i loro pensieri e noi ne siamo entusiasti. Noi, giocando a ping-pong, abbiamo inventato una battuta vincente e ne siamo entusiasti. Insomma l’entusiasmo nasce per ogni situazione particolare, che esca dagli schemi quotidiani.

Quando noi siamo portati in una condizione particolarmente esaltante, ne siamo entusiasti. Perché difficilmente siamo entusiasti di Dio?
Chi può vantare, come noi, un Dio così grande e speciale, che sia in sé uni-trino? Entusiasti per una particolarità fuori dell’ordinario, della quale è insignito il nostro Padre, il nostro Dio?

Entusiasti per la Trinità, ineguagliabile, irraggiungibile dalla nostra mente tanto essa è “infinita”!

Gli Ebrei cantavano inni e salmi per Dio, che li faceva vincere le battaglie! Egli si mostrava nel “fare”. Con Gesù si è mostrato nel suo “essere”! e noi difficilmente esultiamo per ciò che Dio è. È vero, diciamo con le labbra: “Ti ringraziamo per la tua gloria”. Poi non ci si arresta neppure un istante per “godere della sua gloria (situazione divina personale)”.

Ci sentiamo a disagio, quando diciamo che Dio è misterioso. Ma è proprio la sua misteriosità autentica, che conferma la sua unicità di Dio.

Dichiarare con gioia: “Il nostro Dio è grande, immenso, perché è Trinità”.       

26.02.16