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Libertà delicata

Nostro Padre ci ha creati, il più possibile simili a lui. Ha voluto l’uomo specchio della sua gloria. Specchio giunto all’apice delle sue possibilità in Gesù Cristo.

La nostra vita rimane incompleta fino a che non sfoci nella sua origine, in Dio. “Ritornate, figli dell’uomo” nati dalla polvere per ritornare nella polvere, in quanto organismo fisico. Nati a Dio e ritornanti a Dio nel nostro spirito, nella nostra vita, quella vita che assume un corpo per vivere nel tempo, e che si libera del corpo per vivere nell’eternità di Dio.

Per vivere, fin da ora, la nostra affinità con il Padre, che è nei cieli, Dio ha creato in noi l’intelligenza e la capacità irresistibile di amare. L’intelligenza in vista dell’amore. Per mantenerci nel suo amore ci vuole liberi. Conoscere e amare per conservare la libertà.

La libertà è un dono altissimo e delicato. Ogni cosa bella è delicata ed esige attenzione per non essere guastata. La nostra libertà, che si serve dell’intelligenza e dell’amore, è sublime e delicata: può rovinarsi facilmente se l’intelligenza non la illumina e l’amore non la alimenta.

La libertà è il dono del Creatore, che più rispecchia la sua essenziale e totale autonomia. Affinché non perdiamo la libertà, Dio ci ha aiutato e ci aiuta, perché, come lui, anche noi difendiamo la libertà. I “precetti” non sono altro che provvidenziali indirizzi a custodire il dono divino della libertà.

Gesù ci avverte: “Chi pecca si fa schiavo del peccato”. Il guasto della libertà, un  suo uso errato e autolesionante è il peccato. La libertà di peccare è la morte del dono divino della libertà.

GCM 09.07.13