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Liberamente osservare le leggi

Leggendo il Pentateuco, si resta sconvolti nel trovare una grossa congerie di leggi. Forse i codici di diritto italiani non hanno nulla da invidiare al Pentateuco. E nemmeno il codice di diritto canonico.

La difficoltà nasce dal sottomettere quella congerie di leggi sotto la luce religiosa e di salvezza. Se quelle leggi non si osservano, è da attendere la punizione divina, perché a Dio non sfugge nessun peccato, neppure quelli dei quali l’uomo non si accorge.

La confusione tra legge e coscienza è letale. La coscienza si dovrebbe regolare con Dio, non con le leggi. Perciò opprimendoci con le leggi, ci fanno cancellare Dio.

Io, udendo le confessioni, trovo subito le persone che si accusano di aver trasgredito leggi, ma non di aver dimenticato Dio.
Imbottiti di leggi, abbiamo occupato anche lo spazio riservato a Dio.

Trasgredire le leggi?

Non è questo né il problema, né la sua soluzione.

Cristo ci ha liberato dalle leggi, non cancellando le leggi, ma dal sottometterci quale schiavi delle leggi, e del corrispettivo alle leggi, che è il peccato.

Si tratta, in ultima analisi, di dominare con Gesù le leggi stesse, seguendole o trascurandole, quando l’amore di Dio e/o del prossimo lo richiede.
Osservare liberamente le leggi, guardandole con l’occhio amoroso di Gesù. Egli libera i piccoli dalle leggi, o le indica come aiuto per ricostituire la persona, come nel caso dei lebbrosi che Gesù invita a fornirsi del documento di salute ricuperata.

Gesù non vuole che l’impudicizia, l’adulterio, la frode, la droga non siano censurate, ma vuole che esse non “escano dal cuore dell’uomo”, volute e inquinanti la persona.

GCM  31.08.10