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Gesù persona onesta

Quando reputiamo onesta una persona, ci fidiamo della sua parola data. È vita di ogni giorno, per quella naturale aspettativa di onestà tra gli uomini, che è l’intelaiatura della vita sociale.

Gesù è una persona perlomeno onesta? Come mai non tutti si fidano della sua parola? Lo stimiamo una persona disonesta, che non merita credito? Lo crediamo onesto sì, ma un illuso? Può essere un illuso una persona che assicura di risorgere dopo la morte, e poi lo realizza?

Fidarsi della parola di Gesù è quanto possiamo fare con lui. Certamente lui le spara grosse, fuori del nostro recinto mentale. È da fidarsi? Se non avesse realizzato quello che diceva, allora non è da fidarsi di lui. Ma ecco che dice a un morto già all’inizio della putrefazione, di uscire vivo dal sepolcro, e questi esce davvero. Notiamo: dice e la cosa avviene.

Tutto sta nel suo “dire”. Il suo dire è il fulcro della realtà. Come il “dire” iniziale di Dio: “Disse e fu fatto!”. Potenza del dire, che produce fatti.

Tra dire e fare c’è di mezzo il mare per noi impotenti e miseri. Per l’onnipotente non c’è di mezzo il mare, anche perché il mare lo crea lui grazie al suo dire.

Noi, cristiani, siamo designati come “uditori della parola”. Quelli che sanno ascoltare, e in loro la parola è produttiva: siamo quelli che ascoltano la parola di Dio per lasciarcene penetrare ed eseguirla; non siamo come i pagani, che pregando comandano a Dio, affinché eseguisca la loro richiesta. Noi preghiamo per essere investiti dallo Spirito di Dio, quello Spirito che Dio concede a coloro che lo chiedono. Poi agiamo, mossi dallo stesso Spirito, che ci fa dire con sicurezza: “Abba” il Padre.

               07.03.16