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Beata fraternità

   Le beatitudini: lo stile cordiale e saggio di Gesù.
Gesù non ha dettato leggi: ha esortato, ha posto sull’avviso. Le leggi sono imposte, pena il castigo. Le beatitudini sono enunciate per conseguire la beatitudine. Gesù, nel discorso introduttivo di Matteo, prospetta il Regno di Dio, la consolazione, l’essere chiamati figli di Dio.

Del resto, Gesù “conosceva” bene Dio, e viveva nella sua “volontà”. Gesù, anche indipendentemente dalle teorie del rafforzamento psichico tramite il premio, conosceva per esperienza la “beatitudine”, concernente le aspirazioni umane, la viveva, la trasmetteva ai suoi.

Certamente aveva provato la beatitudine della povertà, della consolazione, della sete di giustizia. Perciò non vuole privare i suoi di tale consolazione, che egli riassumeva nella gioia di “fare la volontà del Padre”, quella volontà che spesso divergeva dalla volontà dei suoi familiari, dei suoi paesani, delle leggi di scribi farisei sacerdoti Pilato Erode e Imperatore. Per Gesù l’autorità era un compito, non un potere, come accade nella società e anche nella Chiesa.

La recente visita di papa Francesco ai Luterani, il superamento della reciproca scomunica della Chiesa Orientale, le scuse a Galileo… sono chiare sconfessioni di un’autorità precedentemente mal gestita o… addirittura invalida in sé!

Una chiesa libera dal potere, materiale e spirituale, povera e spiritualmente dotata, è la chiesa che ridiventa la chiesa della “fraternità”, con dei fratelli indicati e incaricati di diversi servizi (ministeri) a beneficio di tutti i credenti. Rispetto agli incarichi, non è sudditanza a… satrapi.

02.11.16