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Gesù Maestro non seguito

Per non rare persone il capodanno è stato amareggiato a causa delle preoccupazioni per la nuova applicazione della fattura fiscale. Si tratta infatti di una piccola “rivoluzione”. Una rivoluzione che tende a distruggere il vecchio per imporre il nuovo. È questa la logica delle storiche rivoluzioni, come quella francese o quella russa. Però è anche la logica, per esempio, dei grandi Presidenti americani, o dei piccoli rivoluzionari che si annidano nei partiti politici o anche delle comunità conventuali che si nascondono sotto il nome di superiori (superiori in che?) o di guardiani.

Tolgo il passato, lo annullo, perché finalmente è arrivato il salvatore, che “sarebbe io”.

Tutti ammettono che Gesù ha iniziato la più profonda rivoluzione della storia. Lui però ha seguito un altro metodo da quel “prendi e servi”, che gli attribuisce il buon Giosuè Carducci, alquanto succubo obbediente al vangelo massonico.
Gesù si è inserito completamente dentro l’esistente: circoncisione, preghiere nel tempio, osservanza della Pasqua. Poi, a poco a poco, ha affiancato la sua visione e la sua opera all’esistente, anche per volerlo conservare, altrimenti non avrebbe pianto nella previsione della distruzione del tempio di Gerusalemme.

Affiancare la sua opera all’esistente. Poi avrebbe provveduto il tempo a dargli ragione.

Evidentemente frati, vescovi, politici, amministratori, non occorre che imparino dall’”unico maestro” (come recita il Vangelo), perché il mondo lo sanno guidare (e distruggere!) da soli.

03.01.19