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Santi anonimi?


    I cristiani, fidenti in Gesù e nel Padre, sono santi.

    Oggi i teologi parlano di cristiani anonimi. Anche il Concilio, nel decreto “Ad gentes”, riconosce i valori, più o meno vicini al Vangelo, che si trovano dentro i singoli uomini, e dentro i gruppi religiosi. La predicazione missionaria cristiana, mentre propaga la salvezza operata da Gesù, fa emergere dagli uomini quella presenza dello Spirito, che permea l’universo. Così sono salvati anche grazie alla fede presente negli uomini e nelle religioni, i popoli e le persone.

    Ora, questi cristiani anonimi, sono anche “santi anonimi”? Santi come Simeone e Anna. Santi come colui che, pur non essendo nel gruppo dei dodici, operava tuttavia nel nome di Gesù, e Gesù dichiara che anche lui è “dalla loro parte”.

    Quale è il legame tra i santi espressi dal battesimo cristiano, e i santi anonimi? Non è forse lo stesso Spirito di Dio, che legge nel cuore di ogni uomo?

    Il rispetto che si esige verso i non cristiani (e verso gli ex-cristiani?) lo si deve a ciò che essi veicolano di vero, di autentico. E dove c’è il vero, come in Natanaele, c’è sempre un coinvolgimento con Gesù. Se con Gesù, con il suo Spirito. Se con il suo Spirito, con la sua santità.

    Che cosa ci dice la preghiera di molte religioni e di diverse Chiese, che avviene in Assisi? Una messa in scena, o un raduno nello Spirito di Dio, che è Spirito di unione e di santificazione?

    Allora la “comunione dei Santi” si estende come abbraccio e come salvezza a ogni uomo e a ogni religione. Perciò non è improprio parlare, appunto, di “santi anonimi”.

    GCM 08.11.13