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Il Papa comunista


    Fanno davvero pena (non indignazione, perché non ne vale la pena!) quei giornalisti e quei maestri di pensiero che accusano il papa di comunismo. Essi non hanno mai letto, oppure capito, il Vangelo. Francesco solamente parla suggerito dal Vangelo. Non hanno letto, inoltre, le diverse encicliche dei papi, che hanno scritto sul tema sociale. Non conoscono i documenti conciliari.

    Forse tra Francesco (comunista!) e i suoi predecessori, la differenza sta nel fatto che lui, dagli scritti, è passato sulle piazze del mondo. È uscito a parlare di Gesù e della profetica sua giustizia sociale, non solo alla stampa o in congressi, ma in piazza alla povera gente e a tutti.

    Anche Gesù insegnava nel tempio, nonostante la riluttanza del ceto alto politicamente, e nei prati e lungo le coste del lago: dove si trovava la gente.

    Il Papa parla liberamente, dove gli uomini di potere non glielo impediscono. Parla nelle piazze e la gente lo comprende e lo accoglie.

    Gli è impedito di parlare dalle autorità: Russia, Cina, Stati arabi. Le vecchie ostilità a Gesù, che commuoveva le folle senza invitarle a impugnare armi o sassi, oggi si chiamano Pechino, Teheran, Riad, Mosca. Perché questi hanno paura di un Papa cristiano, il quale come Cristo grida giustizia per tutti? Forse perché il Papa va contro le loro ingiustizie, appoggiate al e dal denaro e dalle armi allegate a doppio filo al denaro?

    E poi creano un ONU per dichiarare la libertà di tutti, ma non di Gesù e del Vangelo, perché vogliono collocarsi fuori o sopra del Vangelo, e così sopprimere la libertà, che essi declamano e proclamano.

    11.07.15