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Erodiani

Erode è spaventato da un bambino, lui potente è destabilizzato da un bambino. Erode entra nel solito panico dei politici, che si stimano potenti, signori e controllori della situazione dei sudditi, di coloro che il politico, che si erge pretensioso, crede suo possesso. Non sa che nessun uomo ha il potere di dominare altri uomini, naturalmente dotati di libertà esistentiva.
Il panico dei potenti, è il panico dei disperati. E il disperato, per quanto cerchi di farsi coraggio urlando (ne sappiamo qualche cosa, osservando coloro che si credevano e si credono potenti ieri e oggi, nel Novecento e nel Duemila).
La conseguenza della disperazione è la distruzione: santi innocenti, annegamento di profughi nel Mediterraneo, il “mare nostro”, zeppo di cadaveri.
Riesce agevole vedere in certi politici (potenti di turno) di oggi, i continuatori dell’Erode di sempre.
Conseguenza: esecrare, combattere i politici di oggi per far spazio ai politici di domani, o pregare per questi politici, sempre nostri fratelli!, perché accettino la luce di Dio, che li investe sempre con la misericordia?
Sarebbe oltremodo facile il condannare i vari Erode di oggi, se una vocina non ci avvertisse: “E tu non sei figlio di Erode?”
Tu odi perfino te stesso. Tu strappi dentro di te la luce del Vangelo e del fondo di umanità che persevera in ogni persona.
Tu sei troppo severo verso te stesso, oltre che verso il prossimo. Perché pretendi da te l’impossibile? Perché ti affliggi per i tuoi errori? Perché non ami l’umiltà di chi vede i propri limiti e glorifica il Padre?
24.01.20