Messa eguale gioia20.06.12 La Messa è costellata di gioia. Gioia iniziale: ricordiamo il nostro essere tuffati nell’eterno, con “Nel nome del Padre...”. Gioia: dopo il rito della confessione, il saperci perdonati. Gioia: nel canto del Gloria, che ci fa sentire la nostra armonia con la Trinità. Gioia: canto felice dell’Alleluja, quando siamo radunati - come gli ascoltatori che si assiepavano attorno a Gesù - per udire, come loro!, la sua voce nel Vangelo. Gioia: alla fine di ogni lettura, (proclamazione), che si esprime con il ringraziamento e la lode per quanto è stato proclamato a nostro beneficio. Gioia: nel sentirci uniti all’omileta, che riflette riconoscente sulla Parola di Dio. Gioia: nel proclamare a tutti i cardini di quella fede che ci sorregge e alimenta la nostra speranza, quando a voce alta e cadenzata esprimiamo la fede, nel “Credo”. Gioia: nel poter essere ammessi a parlare con il Padre, nella preghiera dei fedeli. Gioia: nel partecipare anche con il nostro obolo alla dinamica dell’offerta: hilarem datorem diligit Deus (Dio ama chi dona con gioia). Gioia: nell’esplosione gridata o cantata del “Santo”, che ci accomuna agli angeli. Gioia immensa nel sapere Gesù e la Trinità qui con noi, anche attraverso la santificazione del pane e del vino. Gioia: nel presentare al Padre il pane e il vino e ogni nostro pregare. Gioia: partecipando con la Trinità, con Gesù alla fine del canone: “Per Cristo, con Cristo...” Gioia: nel riconfermare la nostra inaudita figliolanza a Dio, nel “Padre nostro”. Gioia indescrivibile nel sacerdote, che nella “comunione” dona Gesù ai presenti. Gioia: Dio è con noi e andiamo con la pace!. Messa eguale gioia, e pochi sorridono. E lo chiamano solo “sacrifico” della Messa? GCM 22.02.12
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