Anticipo di Paradiso
Pregare è l’anticipo del Paradiso.
Percepiamo così che vien fatta la volontà (amore intimo) del Padre come in cielo, così anche in terra.
Il pregare, a cuore aperto e commosso, è il trovarci nel Regno che viene. Regno che si sta attuando.
Dal pregare dipende la capacità di trovarci già nell’immensità del Padre, il suo Regno, e di credere con fiducia nella dimensione escatologica.
Dal pregare sgorgano le nostre azioni, quelle che Gesù vuole siano palesi. Vedano le vostre opere buone, e riconoscano in esse la presenza anche in terra del “suo regno”.
Il pregare è il tuffo in Dio, affinché “rinnovi la nostra giovinezza”.
Dentro il pregare è nascosto il giubilo di gustare il Vangelo.
Possiamo pregare senza pronunciare preghiere, perché la nostra semplice vita – se non la deturpiamo con le nostre sciocchezze – è già radicalmente preghiera: gloria di Dio è l’uomo vivente.
Il nostro camminare, il nostro rivolgerci al Padre, assaporando la sua luce, la pace sua, la sua generosità, la sua misericordia, tutto è preghiera, vissuta nello Spirito.
Quando preghiamo il Padre cala un lembo di cielo sulla terra, e anche attraverso di noi, il mondo si illumina.
Il pregare è agevole, naturale. Sottrarci alla preghiera (che è diffusa nella nostra giornata) è lasciare il mondo nella tenebra.
Quanto è buono il Padre!
11.02.20
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