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Il dono del Padre   

Uno dei più generosi doni, che il Padre ci ha elargito, è la preghiera di Gesù, riportata nel Vangelo di Giovanni, al capitolo 17.

È una preghiera che, ogni volta che la incontriamo, fa stringere il cuore di gioia. Non vorrei che molti cristiani la evitano per non morire letteralmente di gioia.

È una struggente preghiera di Gesù. Eppure, poiché noi siamo uno con Gesù, è di diritto una preghiera nostra.

Quindi preghiera cristica e preghiera cristiana.

Essa è sublime, e noi, ingolfati nella nostra ovvia piccolezza, temiamo che non si addica a noi. Però Gesù stesso ci ha compiegati in quella stessa sua preghiera.

Purtroppo tra le preghiere quotidiane suggerite dai manualini di pietà, messi nelle mani dei “credenti”, questa sublime e profonda preghiera non compare mai.

Forse quella preghiera, profumata di infinito, temiamo di lordarla con le nostre mani. Proprio come temiamo di corrompere l’Eucarestia con la nostra vita di peccatori.

La preghiera di Gesù è la prima preghiera cristiana, vissuta dal nostro “capocordata”.

È vero che quando iniziamo a rendere nostra quella preghiera di Gesù, ci prende la vertigine dell’abisso.

“Padre, è giunta l’ora”. È un introdurci nella sconfinatezza dell’oltre. Eppure in quell’oltre il Padre ci abbraccia con amore.

15.11.19