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Egoismo e amore

Gesù, prima di avviarsi a morte sicura, si intrattiene affettuosamente con i suoi. Leggiamo in S. Luca che Gesù aveva un enorme desiderio di intrattenersi con i suoi, prima della sua morte.

Così si organizza la cena pasquale: l’ ultima per Gesù, la prima per l’Eucarestia. A cena, con lui siedono a tavola anche il discepolo che Gesù amava, e il traditore Giuda Iscariota. Due modi diametralmente diversi di avvicinare lo stesso Gesù. L’apostolo aperto all’amore di Gesù, l’apostolo chiuso nel proprio egoismo avido. Tanto avido da vendere perfino il Maestro.

Giovanni si lascia amare, è felice di essere amato, e lo proclama: “il discepolo che Gesù amava”. Più ancora di dirsi il discepolo che amava Gesù. Disposto ad essere amato, non respingente l’amore.

Giuda talmente gretto ed attaccato al denaro, da rifiutare l’amore di Gesù, perfino quando Gesù lo chiama amico: “Amico, per questo sei venuto?”.

Rifiuto dell’amore di Dio. Il non pentirci, quando lui è disposto a perdonare tutto. Il non volere l’amore di Gesù impedisce agli sposi di lasciarsene dolcemente invadere, quando rifiutano la benedizione di Dio sul loro unirsi in matrimonio, esaltando del legame coniugale la civicità (matrimonio civile) ed escludendo la fede (matrimonio cosiddetto religioso).

Rifiuto dell’amore di Dio, che conduce necessariamente al rifiuto dell’amore verso se stessi: Giuda suicida.

L’amore accolto da Giovanni, lo conduce lungo tutta la trafila di Gesù. Giovanni segue Gesù, nella casa di Caiafa, e fin sul Calvario, dove riceve l’ultimo amore di Gesù: l’affidamento della madre, la persona più cara nella vita di un figlio capace di sentire e di valorizzare l’affetto.

Amore e egoismo. Dio e Mammona. Suicidio e compassione cordiale e sofferta.

GCM 27.03.13