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La madre

Nel Vangelo di Giovanni, miniera per la scoperta del Logos, leggiamo due frasi: gli uomini “generati da Dio”; il Logos “divenne carne”. Abbandoniamo onestamente l’infelice traduzione italiana de “il Verbo si fece carne”. Il Verbo divenne carne, perché Maria lo fece carne. L’umanità di Gesù è dovuta a Maria, che generò l’uomo Gesù: “ciò che nascerà sarà costituito santo” (Lc 1, 35). Il latino aggiunge: “da te”. Però il greco è più bello: “Perciò il generato santo, sarà chiamato figlio di Dio”.

Maria è la fucina della divinità umanata. In lei il santo è figlio di Dio.
Come? Ecco presento questa domanda, ma soltanto per dire che il chiedere “come?” nelle cose di Dio, mi sembra tentazione di ateismo. Il come in Dio lo sa lui, però il come suppone un procedimento, che difficilmente possiamo conciliare con la semplicità e l’eternità di Dio.
Maria è non solo la sublime fucina del Logos divenuto carne, ma svolge anche una funzione unica per la conoscenza di Gesù.

Mia madre mi ricordava delle azioni mie, di bambino, delle quali non ero cosciente che non potevo ricordare. Orbene, tutte le azioni del “primo” Gesù, nostro fratello e Redentore, sono rese note alla chiesa e all’umanità, grazie al ricordo di Maria, che conservava nel cuore suo tutti questi eventi.
La memoria di Maria madre, ci accosta a Gesù, come il “benedetto suo ventre”. Maternità necessaria a Gesù e a noi.

31.12.18