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Circolarità 

Il discorso di Gesù, ricordato all’inizio del Vangelo secondo Matteo, richiama spesso il valore della reciprocità. Perdonate e sarete perdonati. Non condannate e non sarete condannati. Non giudicate e non sarete giudicati. Quello che desiderate sia fatto a voi, fatelo agli altri.

C’è anche una reciprocità negativa: gli altri hanno negli occhi un bruscolo e tu hai una trave.

Iddio ha creato le creature “circolari”. La circolarità (pericoresi) è la vita stessa della divina Trinità. La natura è “circolare”. La rotazione e la rivoluzione della terra. L’evaporazione dell’acqua diventa pioggia.

L’empatia si basa sulla capacità di comprendere, indovinando noi stessi negli altri. Dalla nascita si arriva alla morte per rinascere in situazioni nuove, poiché risorti.

L’uomo non è più di ogni altro uomo, e la circolarità è propria nel primo che si fa ultimo, dove il senso di uno sopra (autorità) e uno sotto (suddito) viene sorpassato.

Uno solo è il Padre, voi siete fratelli. Ha senso parlare di autorità all’interno della Chiesa? Ciascuno ha un “compito”, ma non è cristiano il dominare sugli altri, come rileva nella sua lettera San Pietro.

Quando mi tocca leggere “il servizio dell’autorità”, sento dentro, più che una contraddizione (ovvia), un pizzico di ridente ironia. Non fare agli altri… chi si presta a essere diretto, quando ha sviluppato la maturità di indirizzarsi da solo, sempre alla luce del Vangelo? Perciò dalla “direzione spirituale” si sta passando all’accompagnamento spirituale, che però sia accompagnamento, che però sia accompagnare non sottomettere.

13.03.17