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Pagliuzza e trave 

Nel sistema democratico attuale, che molti indicano come il migliore sistema di governo, siamo abituati a distinguere maggioranza da minoranza.

A poco a poco la minoranza, ossia quella parte che ha conseguito minori preferenze (ma sempre di preferenze si tratta), ha pensato bene di forgiarsi in opposizione critica, con la quale è più facile dire: noi siamo migliori di voi, e, conseguentemente, voi siete peggiori di noi (di chi?).

Da qui la necessità di una viscerale critica a tutto quanto fa la maggioranza.

Talvolta mi viene da applicare il Vangelo alla politica. Ma devo stare molto attento a non “imbrattare” di Vangelo, una cosa tanto nobile, quale è la politica.

Mi viene, allora, spontanea a mente la frase di Gesù: “Perché guardi la pagliuzza nell’occhio del fratello, mentre nel tuo c’è una trave?”.

Quindi mi trovo smarrito: non eleggiamo i politici, affinché “collaborino”, pur sotto diverse prospettive, al bene di tutti?

Però tra i “tutti” si collocano anche i cosiddetti avversari politici?

È il difetto di ogni comunità, anche di quelle che a parole si richiamano al Vangelo: io sono migliore e più bravo di te! Non ci chiediamo: “Come posso io collaborare serenamente per il bene di tutti?”.

Forse serpeggia un’altra domanda inconfessabile: “Come ti posso mangiare, infischiandomi del bene o del male, che produco alla società?”. Gesù non era di questo parere.

21.02.20