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Primi e ultimi

“Alcuni che sono tra gli ultimi, saranno primi, mentre altri che sono primi, saranno gli ultimi”: Gesù indica capovolgimenti.
Probabilmente la frase è applicabile alla condizione, sociale e religiosa, nella quale viveva Gesù. La mentalità corrente di allora, propendeva a indicare il popolo ebraico e le sue istituzioni, superiori a quelle dei popoli pagani. Primi gli israeliti, ultimi i pagani (goyim).
Gesù già vedeva l’umanità, sotto la luce della rivelazione.

Quando, nella storia, i popoli pagani accolsero il Vangelo, si stimarono i primi, a confronto con i “perfidi” ebrei (come si diceva nella liturgia fino a non molto tempo fa). Superiorità della razza ariana, frase tanto cara a Hitler (e, perché no?, anche al nostro caro Mussolini), superiorità che sfociò nel terribile olocausto.
Questo capovolgimento etnico, non cancellò la verità espressa da Gesù: chi si stima primo sarà (futuro nel testo greco) ultimo. E l’ultimo sarà primo.

Quando si avvererà quel futuro? Al giudizio universale, o in ogni momento?
Essere piccoli, per essere grandi, non ci suggerisce la conosciuta “umiltà pelosa”, nel dichiararci ultimi e piccoli. Ci basta essere noi stessi, accettando i limiti che avvertiamo dentro di noi, e i limiti che sprigionano dall’età, dalle sconfitte sociali, dalle umiliazioni che ci arrivano dal prossimo. Ricordiamo la sconfinata piccolezza, che ci causano i nostri peccati.
Essere piccoli, scoprirci piccoli è un grande dono.

25.08.19