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Fiducia in Dio, e di Dio

Ho tra le mani un libro, che pretende di cancellare la fede nella chiesa. Può darsi che riesca nel suo scopo distruttivo (già la voglia di distruggere è sintomo di difficoltà nevrotica in chi scrive: tutti i giorni ho contatto con una persona non solo aggressiva, ma distruttiva, sempre chiusa e ripiegata su se stessa e attiva soltanto se può scagliarsi contro qualcuno o qualche cosa). Ma la congerie di sciocchezze storiche e di ignoranza teorica è tale da far pena a chi possiede un minimo di senso critico.

Il libro è infarcito di ignoranza, e sappiamo che l’ignorante è sempre un presuntuoso, che si illude di pronunciare la parola ultima e definitiva sulla realtà, mentre la stessa presunzione è indice di un crollo interno.

Si avvera il Magnificat di quella ragazza madre, sprovveduta, eppure sicura di quello che esprime: Dio distrugge i potenti, servendosi proprio delle loro opinioni.

La sicurezza dei pretensiosi ignoranti è lontana le mille miglia dalla sicurezza degli umili, che si fidano solo dell’Onnipotente.

Mi sovviene quando un mio uditore, dopo aver ascoltato una mia riflessione, durante la quale dicevo che la caparbietà nelle idee è l’orpello di una insicurezza psichica, mi rimbeccò: “Anche lei è debole, perché è sicuro della sua fede”.

Che io sia debole, non ci vuole uno speciale intuito per scorgere; ma la certezza della fede, sgorga dall’umile e costante fidarsi di Dio, roccia della mia salvezza. Proprio questa fede, oltre a offrire serenità alla vita, rende acuto il senso critico verso chi avversa l’opera di Dio, che è la Chiesa.

GCM 18.04.10   -pubbl 02.07.10