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Lo specchio

Lacan, il noto psicanalista, osserva che esiste una “fase dello specchio”. Essa accade quando il bambino, guardandosi allo specchio, si accorge di se stesso. Lo specchio gli mostra ciò che egli è; prima non era in grado di riflettere su se stesso, tanto che spesso anziché dire “io”, pronunciava il proprio nome.

Or bene, ho incontrato molte persone che parlano di sé con la bocca degli altri.

Alla domanda: “Tu chi sei?” rispondono: “Il mio grafologo dice...”

“Sono un Ariete o un Gemelli... mio marito mi chiama... i miei amici mi criticano...”. Evidentemente queste risposte sono fuori strada. Chiedo a te, non chiedo che cosa dicono gli altri, neppure la grafologia.

La maggior parte delle persone si esaltano o si deprimono per i giudizi dall’esterno, che decretano il successo o l’insuccesso.

Si rassicurano allo specchio, come le donne che affidano al trucco (necessariamente eseguito davanti allo specchio) l’essere qualcuna.

Schiave dello specchio sono le ragazze anoressiche, che devono possedere un corpo secondo lo specchio sociale.

Tutta la società è incatenata davanti allo specchio della pubblicità. Una società trattenuta all’età infantile dei tre anni. Una società, nel suo complesso, incapace di compiere la ricognizione di se stessa, partendo dalla propria autentica dotazione.

E per farsi bella allo specchio, ecco le spese eccessive (private e pubbliche) fino all’esasperazione del collasso.
“Quando cresceremo alla misura della maturità di Cristo?” Parole di Paolo.

GCM 27.06.10, pubblicato 25.11.10