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Non fiori, ma cuori 


      Sto vedendo il nostro tempio sempre più ornato di oggetti e di fiori, che invece è già espressivo profondamente grazie alla sua struttura dinamica,

Le persone offrono fiori, forse per esprimere la propria pietà, o per altro motivo.

Vedendo l’accumularsi nel tempio dei fiori, fino a far dimenticare che esistono un tabernacolo (spesso soffocato da piante) e un altare, mi sovviene la parola dei profeti. Spero che la sua illuminazione – come mi sembra di vedere dalle mappe – non renda una casa di Dio alla stregua di un palcoscenico. I ninnoli più importanti dello’altare.

I profeti vedevano il tempio rigurgitare di offerte e di sacrifici cruenti, però s’accorgevano che gli offerenti donavano cose, ma non giustizia e fede, facevano dire a Dio: “Io ho in abominio le vostre offerte”. Il Signore voleva fede e carità.

“Che me ne faccio dei vostri animali? Ho in possesso tutti gli animali, e non mangerò le carni che voi mi offrite!”. Che il Padre non abbia in abominio anche l’illuminazione!

Le offerte accontentavano gli uomini, ma non Dio.

I fiori offerti potrebbero accontentare l’ambizione e l’estetica (più o meno indovinata!) vostra, ma Dio ne può fare a meno, soprattutto se i fiori distolgono l’attenzione da Dio, per rivolgerla all’ornato.

Potrebbe dire: Io posseggo tutti i fiori del mondo, li creo io, sono il miglior fiorista del mondo. Non voglio fiori, ma cuori!”.

Dio si diletta, quando incontra i cuori desiderosi di lui, e pieni di misericordia con il prossimo.

Sì: non fiori, ma cuori. Non animali, ma amore a lui e ai fratelli.

  10.11.15