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Obiezioni


    Esistono anche gli specialisti dell’obiezione. Sono quelli, che, appena tu hai indicato una soluzione e non hai neppure finito di parlare, ti buttano in faccia tutte le difficoltà possibili e impossibili alla realizzazione della tua soluzione.

    Perché? Forse il perché non lo conoscono neppure loro. Agiscono d’istinto. Sviluppano l’istinto del no.

    Sembra ovvio che non sanno ascoltare, e, se talvolta riescono ad ascoltare, non hanno la capacità di dubitare che la proposta può essere stata presentata dagli altri, sempre dopo una riflessione. Questi specialisti dell’obiezione proiettano sugli altri la propria incapacità di riflettere. Cioè, sono convinti che tutti siano dei superficiali che aprono la bocca, emettono un suono, ma non dicono nulla.

    In realtà sono dei paurosi patentati, che temono l’invasione degli altri sulle proprie effimere certezze, raffazzonate da tanti “si dice” e da pochi “ho riflettuto”. Persone eternamente in difesa del proprio vuoto interiore.

    Esse vivono di negatività, elevata a sistema. Loro nulla, e gli altri pure nulla. Un tuffo universale nel niente.

    S. Paolo,  parlando di Gesù ci dice che in Gesù non ci fu “sì e no”, ma solamente il “sì”. La capacità di scoprire in ogni posizione umana un fondo di positività, anche dove all’apparenza è tutto buio, ci viene da Gesù. S. Paolo dice che Dio sceglie ciò che non è per confondere ciò che si vanta di essere.

    Il professionista dell’obiezione, nel suo intimo, nutre la certezza della propria inossidabile superiorità, mentre Dio è alleato degli umili.

    21.05.14