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Amare i nemici   

Amare i nemici? Anche adesso che sfogano il loro terrorismo crudele e imbecille? Si può amare chi ci offende, ci limita nell’agire, invidia e comprime il nostro operare?

Come si può amare un nemico? L’amore al nemico è scalare.

Si inizia dalla sopportazione, poi lo si commisera perché, senza che noi abbiamo commesso nulla contro di lui, egli ci ostacola e ci combatte. Poi si cerca di scusarlo, anche quando ci si difende da lui: “non sanno quello che fanno”; perciò anche trattare il nemico da ignorante è un gradino di “amore” verso il nemico, per tenerci a distanza dal condannarlo.

Poi c’è il gradino cristiano della preghiera per il nemico, preghiera per la sua conversione, unita alla preghiera per la nostra conversione. Oltre ci sarebbe il gradino dell’abbraccio, a condizione che chi ci perseguita si converta, e chieda perdono. Purtroppo a questo livello chi non ha pregato per il nemico, non è disposto ad abbracciarlo, quando il nemico si pente. Certe ferite si rimarginano lentamente, stimolate dalla preghiera e dall’amore che il Padre versa su di noi, tramite la presenza del suo Spirito.

L’amore verso il nemico è progressivo. Fin dall’inizio è amore, sebbene attenda lo sviluppo di tutte le possibilità, una delle quali è la costante attesa della sua conversione, che può sempre avverarsi con l’impulso di Dio.

Non possiamo desistere, non possiamo stancarci nell’attendere la conversione nostra, degli amici e dei nemici. La conversione nostra è sicura nello Spirito Santo. Quella del nemico può essere attesa con l’aiuto dello stesso Spirito.

  27.11.15