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Fiducia 

La fiducia in Dio si rinnova ogni giorno: essa deve rinfrescarsi. E le variazioni di tale fiducia sono innumerevoli. La fiducia nella gioia, e quella nel dolore. E questa ha sfumature diverse, in base al tipo di gioia (per esempio, la soluzione di un problema, per quanto esiguo), e al tipo di dolore (una perdita di persona, e una umiliazione, e altro).

Anche le espressioni della fiducia variano: “Ti ringrazio, Padre”, “Passi da me questo calice!”. Lo sguardo che sorride, o la fiducia tra le lacrime.

Perché la fiducia in Dio? Solo perché la vita ci ha insegnato quanto è precaria la fiducia nell’uomo? Anche per questo (che avviene spesso), ma non solo per questo. Dio è rifugio dalla cattiveria e dall’ignoranza degli uomini, ma è soprattutto il rifugio dalla pochezza e dall’inconsistenza di noi stessi.

Il salmo: ti imploro dal profondo. Da un’esistenza che si sprofonda nella tenebra e nella solitudine, anche “lontano dal timore degli uomini”. Fiducia quando ci sentiamo scioglierci nell’ombra.

Proprio qui è il bello della fiducia cristiana: proprio quando siamo sprofondati, rimane l’agio della preghiera, del grido, del ridestare il resto della fiducia.

La fiducia nel Padre, non è tanto il risultato di un nostro ragionamento, quanto piuttosto il fremito del cuore impaurito per la pesantezza della vita.

La speranza è il nostro semplice grido di aiuto. Quel grido che i suicidi non hanno saputo far uscire dal ginepraio del loro povero cuore. Quel grido che gli abortisti sopprimono. Quel grido che i ricchi hanno disimparato, perché si vogliono scrollare di dosso la limpidezza della loro infanzia.

Fiducia: dono di Dio, conquista del cuore.

10.11.16