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Il male si ritorce

 Il male e il bene ritornano sempre a chi li compie. Spesso con la stessa moneta, ma anche con una moneta diversa. Il male si ritorce a chi lo perpetra, anche se l’autore si illude di farla franca. Il bene ritorna subito al benefattore, soprattutto con l’aumento di serenità. Purché il bene sia davvero bene.

Gesù ha sempre compiuto il bene, ossia la volontà del Padre. La Risurrezione, pur essendo gratuito regalo del Padre, è anche il bene, che ritorna a chi l’ha compiuto lungo tutta la vita.

Evidentemente Dio non paga il sabato. Egli paga ogni giorno, con il dono della pace e dell’armonia interiore. Il bene deve essere autentico, radicato nel cuore, lontano dalle trombe suonate dai farisei, che dicono: “Vedete come sono buono e bravo!”. Il fariseismo si butta sulle cose esterne, anche nelle      chiese. Festoni, fiori, musiche sono frutti malati di un fariseismo, che si gloria di consensi (più o meno interessati) della gente, e non bada alla purezza del cuore. Si sa che più una persona coltiva le esteriorità, più vuoto di contenuto è dentro. C’è una relazione netta e secca tra pompa esterna e vuoto interno.

Ce n’accorgiamo ogni giorno: una bella donna levigata, non è mai ricca interiormente, non per nulla si parla di una “bella oca”. Quando un maschio usa gli stessi fronzoli femminili per contornarsi di “pizzi e merletti” è privo e di mascolinità e di interiorità.

Sembra evidente che la cura delle esteriorità (personali e/o ambientali) a scapito di una presa di padronanza di sé, è affetta da psicopatologia. Però tutti gli psicopatici rifiutano fortemente ogni cura o revisione della propria psiche, e così mancano essi di pace, e turbano la pace degli altri.

  06.12.15