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L'essere condizionato 

Il sole risolleva dalla tristezza, la primavera ci stimola a “rivivere”. Insomma siamo condizionati dall'atmosfera, schiavi inesorabilmente del “tempo”. Cioè: “Che tempo che fa?”.

Forse possiamo vedere e vivere sotto una diversa prospettiva. Noi siamo “parte” dell'universo, la sezione più nobile, ma non staccata. Viviamo in unità anche fisica con il tutto. Proprio questo essenziale contatto con il tutto e con tutti, ci può indicare quale è la nostra parte dinamica con il tutto. Non siamo capaci di staccarci dal tutto: così non possiamo più vivere, respirare, amare, se non in unione.

Paolo ci avverte: siamo, ci muoviamo, viviamo. In chi? Con che cosa? Paolo afferma chiaramente: “In ipso!” (in Lui).

Il nostro dipendere dall'atmosfera ci riporta a una dipendenza ancora più radicale: “In lui!”, Gesù, Dio. Senza di lui, non esisterebbe neppure la nostra comunione con gli elementi. Il nostro egoismo si stempera nell'unità. Il pretendere di essere totalmente autonomi, è staccarci dal cosmo, che influisce su di noi, come noi influiamo su di esso. Però un piccolo passo più avanti, svela una connessione più ampia, la connessione non solo con le influenze del mondo, ma con l'influenza di quell'Essere, che ci fa essere.

Si deve risalire a un principio (principiis obstat!). La gnosi, per esempio, ipotizza un principio ignoto. La fede si rifà a un principio noto: Dio. Fatalr scelta tra l'indefinito e l'Infinito.

Siamo condizionati dall'atmosfera che ci circonda? L'afa prostra, il tempo nuvoloso ci intristisce e riattizza il dolore reumatico, il sereno ridona il sorriso e la voglia di vivere, e poi arriva l'autunno. Ma è dolce sapere che siamo influiti proprio da Dio, il cui influsso è sempre amore infinito. 04.07.16