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Invito a maturare

Vorrebbero istillare una fibrillazione nazionale, a causa di un processo. In America c’è stato il Wategate, e la nazione ha continuato. Il senso della comunità nazionale, che sa camminare, anche quando alcune persone sono sottoposte a giudizio, deve prevalere. Fermare una nazione a causa di una polmonite, è azione infantile.

Proprio oggi la liturgia ci propone la lettura della Genesi, quando ricorda la grande carestia ai tempi di Giuseppe. Eppure proprio quella calamità fa rinsavire gli erranti, fratelli di Giuseppe, e prepara la ricomposizione. I fratelli non si separano, non aumentano crisi e distacchi, ma a poco a poco trovano la strada dell’accordo. Se è crisi, è per ritornare all’unità in maniera nuova.

Le crisi maturano i forti, distruggono i deboli. Sono richiami a cambiamenti: o crescita o scomparsa. Per crescere è necessario staccarsi dalle poppe della madre e diventare indipendenti padroni di sé. Chi approfitta di una crisi per distruggere o per frenare un qualsiasi processo, non ha capito che la vita comporta una dinamica evolutiva costante, che indichi ulteriori maturazioni. Il bambino, staccato dal petto della madre, se per protesta rifiuta altro cibo, ha decretato la propria morte.

Chi ha il senso della realtà e ama gli uomini, desidera che la crisi faccia maturare e le persone e i gruppi, altrimenti i valori presenti e quelli del gruppo sono compromessi seriamente.

Gesù è il grande esempio: per crucem lucem! Attraverso il dolore, la gioia.

GCM 10.07.13