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Crescere nella conoscenza

S. Paolo ci indica di “crescere nella conoscenza di Dio”.

Crescere allora nello studio della teologia, nell’approfondimento del catechismo, nella frequentazione alla lectio divina?

Dipende da che cosa si intende per “conoscenza di Dio”. È solo sforzo intellettuale? È promozione dei sentimenti? È situazione esistenziale? È continuo rinnovamento della fede?

Certamente ogni giorno rinnoviamo la nostra decisione di credere perché ogni giorno riappare la stanchezza nel credere, o i nuovi dubbi circa la fede.
Certamente ogni giorno ci ripetiamo che il Padre ci sta amando. Ogni giorno mettiamo il nostro cuore a disposizione dello Spirito Santo. Ogni giorno si rinnova il nostro bisogno di fedeltà al Padre.

Ogni giorno viviamo più di ieri, sebbene ripetiamo le azioni di ieri, che però non sono più quelle di ieri. Allora la base del crescere è proprio la costanza, talvolta fredda e dura, del ripetere.

Anche gli atleti si allenano ogni giorno, oggi come ieri, eppure alla fine si accorgono di esser cresciuti nelle prestazioni e nelle capacità.

Chi persevererà fino alla fine, sarà salvo: ci suggerisce la parola di Dio.

Solo con la costanza nel ripetere, ci accorgiamo della crescita d’amore e di fede a Dio. La grandezza dei piccoli passi, soprattutto quando non ne abbiamo il piacere, è crescita nella conoscenza di Dio.

Non è sufficiente la costanza di una vita per esaurire la crescita nella conoscenza di Dio. Infatti Dio è inesauribile, perché è infinito. Eppure si può crescere all’infinito nel conoscerlo, quando dentro l’Infinito saremo collocati.

18.09.14