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Misericordia


    Chiamati alla misericordia: è l'indicazione di papa Francesco. Essere noi misericordiosi, ma perché?

    Per essere persone magnanime? Ossia per curare e perfezionare l'immagine più “umana”, ossia luminosa di noi? Insomma essere misericordiosi per poi stimarci misericordiosi, e ammirarci per le nostre qualità? Non sarebbe un'idea del tutto cattiva, però che cosa ricaviamo di consolante, nel chiuderci in un autocompiacimento?

    Fino a che non si scopre l'”immagine” di Dio in noi, siamo condannati ad avvitarci su noi stessi, in un paganesimo autocompiaciuto. Se appena appena scorgiamo in noi il figlio di Dio, la nostra misericordia acquista un timbro divino. A scoprire questo, Gesù ci stimola: “Siate misericordiosi perché misericordioso è vostro Padre”.
    L'allacciamento al Padre, non solo dona la tonalità divina alla nostra misericordia, ma permette inoltre di lasciare più libera e limpida l'azione dello Spirito Santo in noi.

    Sentire che la nostra misericordia si amalgama con quella del Padre, è realizzare la realtà di Paolo: “Io vivo, eppure non vivo io, ma Cristo vive in me”. Essere misericordiosi come il Padre, è vivere la misericordia con il Padre. Non solo “come”, ma sicuramente “con”.

    Quanto meglio lo Spirito mi fa vivere la misericordia con il Padre, tanto più la mia misericordia si estende verso ogni creatura. Perché il Padre è quel Misericordioso, che manda sole e pioggia sui buoni e sui cattivi. La misericordia non guarda in faccia degni o indegni, perché essa guarda negli occhi, nel cuore, scoprendo in esso la sete di Dio, che è sete di misericordia. E dove si vive la misericordia, ivi vibra l'adorazione.

    01.05.15