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Morte dignitosa

Quella giovane sposa, morta l’altro giorno, suicida grazie a un veleno ingurgitato, ha dichiarato che la sua era una morte dignitosa. E’ il nuovo nome del suicidio.

Ricordo il cardinal Martini, che desiderava morire “elegantemente”, anche lui in modo dignitoso. Però non si suicidò.

Se il suicidio è morte dignitosa, le morti naturali - anche tra le sofferenze - non sono dignitose? Ossia non sono morti umane?

Leggo poi commenti, più o meno puntuali, di persone che si scagliano contro quel monsignore, che ha avuto la semplice idea di non dichiarare dignitoso il suicidio, più o meno assistito. Lo tacciano di arroganza, per aver dichiarato inopportuno il gesto, anche se affermava di non giudicare la persona. Come se, tra parentesi, tacciare una persona di arroganza, non fosse un gesto arrogante!

Per noi cristiani esiste una vera morte dignitosa, quella che è accompagnata da perdono e da preghiera, quella di chi “ha il coraggio” di morire anche tra le sofferenze, ma con una serenità di fondo.

Certamente esistono innumerevoli morti dignitose: sono quelle dei santi, a cominciare dalla morte di Gesù. Persone che sono in pace con sé e con il proprio destino umano. Persone che davanti al dolore, di qualsiasi genere, non scappano. La loro morte è dignitosa, proprio perché non scappano da essa, ma la affrontano, con quella serenità che illumina il morente e quanti lo assistono. La dignità del coraggio, non la paura della fuga.

Poi… ogni persona se la vedrà con il Padre, che accoglie anche le paure.

GCM 04.11.14