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Amore e difficoltà 

Nelle difficoltà siamo costretti a difenderci e a trovare (e provare) ogni iniziativa per tirarci fuori dalla pastoia. A questo ci aiuta la nostra intelligenza e la nostra reazione motiva.

Poi subentra l’attività. Credo che per noi cristiani l’attività non può essere guidata dall’odio, perfino quando siamo costretti a opporci contro qualcuno. La carità o del perdono o dell’aggiustamento aiuta a non cadere nella trappola dell’odio. Agire sempre per il bene nostro e degli altri. Alla carità ci ha destinati Gesù.

È arduo “amare i nemici”. È nemico, spesso involontario, chi turba il nostro cammino, quello che ci avevano imposto per guidare la nostra precaria esistenza. Ci è contrario, ma non è da odiare. Da ostacolare o superare, da evitare o avvicinare; ma non un oggetto da odiare. È una posizione cristiana, che soltanto con l’aiuto dello Spirito Santo può essere attuata.

Gesù ci avverte che se seguiamo lui, anche i “familiari diventano nemici”. Qualsiasi bene noi si compia, siamo dalla sua parte. E ogni comando contro l’agire positivo (Vangelo: “parola oziosa”: greco “comando che contrasta l’azione”) è già persecutorio, e fa parte del nostro essere pecore tra i lupi. Purtroppo ci sono lupi di bosco e lupi in casa.

Eppure la carità e l’amore non guastano mai, possono sempre irrorare di Dio, che è l’Amore fontale dell’universo, e l’Amore che circonda la sua creatura. Reagire al mondo e agli uomini con Amore. Quell’amore che diventa lode nella positività (salmeggiare, ci indica il Salmo), e preghiera, implorante e confidente nelle avversità. Fare a meno della carità, è fare a meno della vita.

01.02.2016