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Sfruttare il presente  

Il futuro, ogni futuro è un dono di Dio, una passerella verso “la Patria”, Dio Padre. Percorrere in modo adeguato questa passerella viene dalla volontà di “fare ancora del bene”. Le circostanze della vita, il tempo per la preghiera, il sorriso da donare a tutti, l’amare gli amici, il sopportare le “persone moleste”, ecc..

Sopportare le persone moleste, forse non significa imitare l’imperturbabilità di S. Francesco di Sales, o di uno stoico, ma neppure scagliare sul prossimo la nostra naturale impazienza.

Lo stadio per vivere positivamente, nel sole o sotto la pioggia, è sempre disponibile. Ci attende il bene che possiamo ancora fare o vivere. Il futuro cristiano è sempre illuminato, perché sempre nelle mani di Dio. Non è bene sprecarlo, come non è bene sovraccaricarlo di azioni impossibili.

La vita che ci resta è dono di Dio, come la vita trascorsa. Questa riguarda la nostra riconoscenza a Dio (almeno per il fatto che siamo ancora vivi!), e quella riguarda la nostra speranza.

Viviamo sereni se alimentiamo riconoscenza e speranza. È quanto ci istilla il Padre nostro: lode e preghiera, sicurezza e cammino. Ad ogni modo possiamo vivere fruttuosamente il presente, proprio riportando nel presente che ci sfugge il passato riconoscente e il futuro sperduto. Il presente si nutre del presente che crede e ringrazia, e il futuro che ci attende nella speranza.

E proprio questa dinamica tra passato e futuro forma la sostanza del nostro cammino verso la patria; meglio: verso quell’incontro con il Padre, dalla cui bontà scaturisce questa nostra esistenza dinamica.

20.04.17