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Disobbedienza salvatrice  

Giuseppe, marito di Maria, era definito come uomo “giusto”, ossia uno stretto osservante della legge ebraica. Faceva parte anche lui di quei giusti, “che non hanno bisogno di penitenza”.
Però l'affetto fa traballare la sua giustizia. Egli, da osservante della legge, costatando, dopo qualche tempo dal matrimonio, che Maria, sua moglie era incinta, testo:”Fu trovata nel ventre avendo avuto da Spirito Santo”. …......

La legge “imponeva” a un uomo giusto, per mantenere la sua giustizia integra, di “sciogliere” il matrimonio, rimandando a casa sua la sposa, richiedere il denaro pagato, e rendere pubblico il divorzio.

L'uomo giusto è anche un uomo innamorato della donna, che lui aveva scelto e sposato. Ecco allora la scappatoia del compromesso. Sciogliere la donna, ma, come dice il testo, senza “fare pubblico spettacolo”.

Ho letto che il fatto di scioglierla di nascosto, fosse per non esporre Maria al ludibrio. Nulla di più falso! Giuseppe voleva, furbescamente, salvare se stesso. Maria avrebbe trovato la condanna di una madre, non sposata, ossia non coperta dal matrimonio.

Povero Giuseppe, quante sciocchezze fa compiere la paura e la debolezza. Come ci assomiglia! Però egli finalmente disobbedisce. Questa volta con l'intromissione di Dio, Giuseppe diventa una persona forte, vera: sa cambiare atteggiamento, rinnegare la propria giustizia!

Qualche superiore, piccolo piccolo, afferma che non cambia un ordine dato! La stessa posizione fu assunta da Hitler e da Mussolini. Ma ecco il coraggio dei veri forti, che sembrano deboli, proprio come Benedetto Ratzinger! (Altro Giuseppe!).

18.12.16