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Origine di Gesù 16 (Il secondo inno cristologico)

“La mia psiche esalta il Signore!” è l’intimo, non la voce, quell’intimo che è già pieno del Signore.

“Esulta il mio spirito per Dio, mio Salvatore”. È frase sinonimica alla prima, che però specifica il Signore con Dio che salva.

Maria esulta con tutta la persona: psiche e spirito, umanità e forza di Dio. Ricorda David re, che cantava e danzava, mentre accompagnava l’arca. Purtroppo egli aveva una moglie che credeva che il re perdesse il suo decoro: la moglie finì con il non avere figli. Maria poteva sfogarsi: non solo non aveva una moglie, ma aveva addirittura una donna che teneva bordone.

“Siccome ha riguardato [dall’alto] la insignificanza della sua schiava. Ecco infatti da adesso tutte le generazioni la beatificheranno”.

Qui si uniscono verso Maria due sguardi: Dio dall’alto per sollevare, gli uomini dal basso per esaltare.

Poi tutto l’inno si dispiega nel riconoscere la potenza di Dio dispiegata per esaltare i piccoli e per umiliare i grandi. Evidentemente Maria muove dalla propria esperienza.

Da un lato sono ricordati i potenti (dunastas), i superbi (uperfanous), i ricchi (ploutountas), e dall’altro in antitesi gli umili (tapeinos), gli affamati (peinontes).

Questo tema dei grandi umiliati e dei piccoli esaltati, sarà il tema riaffiorante lungo tutto il Vangelo di Luca. Maria, pescando nella sua esperienza, li annuncia subito dopo la sua apertura al mistero di Gesù e al riconoscimento dell’opera di Dio.

02.01.2016