HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2014 > Accogliere i piccoli

Accogliere i piccoli

Chi accoglie un bambino, accoglie me, e chi accoglie me, accoglie il Padre. Come tutti, noi che leggiamo il Vangelo, lo sappiamo: è parola di Gesù.

Accogliere un bambino è accogliere Dio!

Lo seppe esplicitamente Maria, quando accettò di diventare madre: ciò che iniziava nel suo ventre, era “santo” ossia divino.

Altrettanto avviene per ogni madre, che accetta la gravidanza. Ella accetta il più piccolo dei piccoli, così piccolo da essere ancora un semplice ovulo fecondato. La grandezza inimmaginabile della maternità, è sì quella di generare un uomo (ed è cosa sublime), ma non solo quella, perché una madre accoglie Dio, con e nella sua creatura.

Per i maschi l’accoglienza è diversa e spesso è tardiva. Eppure Dio attende di essere accolto, mentre si accoglie un piccolo.

L’accoglienza di Dio quasi si rafforza quando si accetta un bimbo o un adulto con diminuzione di dotazione fisica o psichica. Siamo nel campo dei più piccoli, e l’accoglienza si prolunga per tutta la vita. Eppure proprio quell’handicappato si fa una specie di sacramento della presenza di Dio.

Sotto quest’aspetto ogni uomo e ogni donna sono sacramento della presenza di Dio, e base ed esigenza dell’amore al “prossimo”. Difatti quel prossimo, che ci è vicino, è anche prossimo, cioè vicino, a Dio.

È vero che spesso ci è difficile notare in certe persone, antipatiche, sporche, ignoranti, presuntuose, la presenza di Dio. Eppure proprio perché sono piccole, a causa della loro miseria, possono essere considerate dal lato dell’accoglienza di Dio in loro.

25.02.14