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G05 Gioia nel chiedere

Gesù dice: “Finora non avete chiesto rimanendo dentro di me [nel mio nome]; chiedete e otterrete, affinché la vostra gioia sia compiuta (Gv 16, 24).

Altro motivo di gioia cristiana: il chiedere. Di solito si chiede nell’angoscia; così si esprime anche il salmo. E poi l’ottenere di solito solleva dall’angoscia. In questo testo, Gesù ci prospetta la gioia del chiedere. Perciò la gioia dell’invocazione.

Gioia del chiedere. Gioia perché abbiamo bisogno di qualche cosa. Sappiamo invece che il bisogno, il quale è alla base del chiedere, non genera la gioia. E allora? Forse è opportuno ricordare che il chiedere suppone due poli: il richiedente e il richiesto. Nel caso specifico: noi e Dio.

Spesso quando chiediamo agli uomini, cerchiamo di mostrare un atteggiamento, che solleciti la simpatia di colui al quale ci si rivolge. E siamo rassicurati se al nostro sorriso corrisponde il sorriso dell’altro.

E quando si tratta di Dio, del papà? Innanzitutto non c’è alcuna necessità di stimolare il sorriso di Dio. Questo è sicuro in anticipo, perché è Amore. Ecco la gioia del chiedere: il contatto con l’Amore infinito!

L’Amore che ci spinge in Gesù: “Chiedete ed otterrete! Perché chi cerca, trova”. Parole di Gesù, che non c’imbroglia.

Ciò che è nuovo, sublime nel pregare Dio, è la sicurezza dell’esaudimento, e la certezza che nel chiedere a nostro Padre, si raggiunge la gioia completa.
È il capovolgimento felice. Chi chiede vive la tristezza del bisogno, quando il chiedere si rivolge all’uomo. Ma quando il nostro bisogno guarda Dio, da lui parte quel sorriso, che illumina la nostra vita, e accende il nostro sorriso gioioso.

29.04.14