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Voler bene

Le esigenze dell’amore a Dio, fanno sperimentare la nostra limitatezza. Ci viene indicato di amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza, con tutte le forze. Un’esigenza che, per quanto ci sforziamo, ci lascia perplessi e umiliati, scontenti.

Gesù ripete l’obbligo dell’amore totale a Dio, citando la Scrittura dell’Antico Testamento. Ripete, quindi, la legge antica, che esigeva il monoteismo per superare la divisione della vita e dei sentimenti con  le devozioni a molte divinità, come accadeva nei culti pagani. I pagani addirittura erano obbligati a cambiare culto, secondo le esigenze dei nuovi conquistatori e dei nuovi padroni.

Ed ecco con Gesù la nuova prospettiva: il Padre ama, ossia il Padre non esige culti, né a Gerusalemme né in Samaria. Il nuovo culto non è visitare santuari, ma unirsi a Dio in spirito e verità. Liberati da ogni sacralità, nel rivolgersi a Dio. Figli, non addetti al culto.

Una seconda facilitazione Gesù la offre quando assicura che lui e il Padre sono tutt’uno. Quindi amare Gesù è direttamente amare Dio.

Amare?

Gesù, noi lo vorremmo amare. E lui ci viene incontro come fece con Pietro, dopo la risurrezione.

Gesù: “Pietro, mi ami?”

Pietro: “Signore, ti voglio bene”

Gesù: “Pietro, mi ami?”

Pietro: “Ti voglio bene”

Gesù: “Pietro, mi vuoi bene? “

Pietro: “Signore, tu lo sai…”

Ecco la nostra consolazione: se non riusciamo ad amare, siamo però sicuri di voler bene a Gesù, di restare con lui e di fidarci sempre del suo amore e della sua misericordia.

GCM 20.09.13