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Ottimismo e pessimismo

L’ottimismo non è figlio di un mondo umano perfetto. Nasce da noi, dalla forza che ciascuno sprigiona. Se, per essere ottimisti e sereni nel vivere, attendiamo che attorno a noi il mondo cambi, che non ci siano sfruttatori, orgogliosi, briganti, prostitute e disonesti, allora la partita del nostro ottimismo e della nostra vita, è del tutto chiusa.

La situazione si aggrava, perché tutti noi - nessuno escluso, neppure i santi, che si pentono di quando “erano nel peccato”, come dice S. Francesco - abbiamo contribuito a rendere il mondo cattivo.

Vedo persone che si turbano e quasi protestano per le miserie e le cattiverie, che constatano attorno a loro. Ma dimenticano di aver contribuito al male, con le loro ingiustizie, con la sessualità disordinata, con l’odio e il rancore verso il prossimo, con le loro critiche furenti al prossimo, con l’adesione a movimenti sociali perversi, ecc.

Al male tutti abbiamo contribuito, ed è giusto che ce ne sentiamo responsabili. E allora, possiamo ancora far uscire da noi un po’ di ottimismo? E’ giusto che ci sentiamo dannati dentro una massa dannata, per uscire dalla quale non resta che il suicidio o l’omicidio?

Viene Gesù e a noi, a me , a te, dice:”Voi siete il sale della terra. Voi siete la luce del mondo!”. Ma come si permette? Non viene forse da un altro mondo?

Eppure egli visse e patì in questo mondo, che egli costatava essere completamente infestato da lupi.

Da dove gli venne il coraggio di poter affermare di sé “Io sono la luce del mondo” e dei suoi “Voi siete la luce del mondo”? Il suo ottimismo gli veniva dallo Spirito Santo, sempre presente in lui.

GCM 12.06.12