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Costanza nello sport

In questi giorni, anche chi non si interessa allo sport, sa che si giocano i campionati mondiali del calcio. Più di qualche tecnico lamenta la mancanza di costanza nel rendimento di più di un giocatore. L’allenatore si fida di un calciatore, che spesso rende bene, e che si sgonfia (fa flop!) durante una partita importante.

Poi ci si accorge che gli incostanti nel gioco sono pure incostanti nella vita. Passano da una donna all’altra con la disinvoltura di chi non è capace di impegnarsi. Talvolta seguono un regime di comportamento ben regolato, ma appena possono fanno delle eccezioni, che diventano sempre più frequenti. Studiano per un po’e poi abbandonano gli studi. Perfino nell’acconciatura dei capelli cambiano di stile (stile si fa per dire).

Persone disimpegnate e incostanti nella vita, non possono essere costanti nel rendimento sportivo. Sotto certi aspetti lo sport è un “test” della loro vita.

C’è un altro test importante nella nostra vita: la preghiera. La preghiera saltuaria accusa una vita saltuaria, perfino una “vita nella grazia” saltuaria.

Paolo invita a “pregare sempre”. Evidentemente ciò non significa restare tutto il giorno con il rosario in mano, oppure ripetere pappagallescamente delle formule apprese da bambini e delle quali non si capisce il senso e non si decifra il valore, nemmeno a settant’anni.

La costanza nella preghiera è al dire di Paolo quella di offrire i nostri corpi come sacrificio di lode, di riconoscenza e di amore.  10.07.14